Oriana Milazzo intervistata da Avvenire parla per la prima volta dalla sua scelta claustrale

0
531

«Chiedo per amore di Dio di essere ammessa alla professione dei voti temporanei in questa fraternità di sorelle povere di Santa Chiara per seguire la via della povertà e dell’umiltà del Signore Gesù Cristo ed essere con questa comunità un cuore solo e un’anima sola». Ha la voce ferma e un sorriso di felicità vera, quella che viene dal cuore, suor Chiara Luce, al secolo Oriana Milazzo, mentre legge la formula di rito con la quale consacra la sua vita a Dio con la professione dei voti temporanei nel monastero di Santa Chiara ad Alcamo, in provincia di Trapani.

«Sono stata condotta e guidata nel posto in cui il Signore mi attendeva», dice suor Chiara. Una nuova vita quella di Oriana, giovane agrigentina, che ha lasciato i palazzetti dello sport per seguire Dio nella povertà, castità e obbedienza.

«I valori dello sport – spiega suor Chiara Luce – sono stati uno strumento di crescita umana e spirituale». Lei, giovane promessa del basket italiano, per anni ha giocato nel campionato di A1 e vestito anche la maglia della nazionale. A 14 anni si trasferisce ad Alcamo per inseguire il suo sogno, giocare a pallacanestro a livello agonistico.

Qui il primo incontro con il monastero che ora è la sua casa. La famiglia a cui l’avevano affidata i genitori partecipava alla Messa domenicale nella chiesa del monastero. Poi il trasferimento a Priolo dove il suo sogno si realizza: l’esordio in A1 e la convocazione in nazionale. Ma la felicità non è completa, «c’era qualcosa – racconta suor Chiara Luce – che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me». Cresce così, in questo momento di “crisi”, il bisogno di essere utile agli altri.

Aumenta l’impegno in parrocchia. In quei giorni matura la decisione di proseguire gli studi alla facoltà di medicina con il desiderio di diventare un medico missionario. Ma una volta giunta a Roma e cominciati gli studi, Oriana continua a sentire ancora dentro di lei quel senso di insoddisfazione. «Cominciano gli interrogativi nel cuore – racconta – per comprendere quale fosse il mio posto nel mondo per il mio bene». Alla Gmg di Madrid comprende il disegno che il Signore ha per lei. Si riavvicina al monastero di Alcamo e alle sorelle. «Mi sono sentita come se ritornassi a casa», afferma suor Chiara Luce.

Comincia il suo cammino nella famiglia delle sorelle povere di Santa Chiara. Due anni di postulantato ad Alcamo, un anno di noviziato nel monastero di Città della Pieve e altri due ad Alcamo fino al giorno tanto atteso, il 13 maggio 2019 con la professione temporanea. «Ringrazio i miei genitori – conclude suor Chiara Luce – perché anche nella sofferenza derivata da questa mia scelta mi hanno sempre sostenuta e fatta sentire amata».

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here