Nell’estate del Mondiale di Indonesia, Giappone e Filippine in Sicilia è già festa per una medaglia Azzurra: quella d’argento vinta da Mattia Ceccato agli Europei U16 di Skopjie (Macedonia). Con una media di dodici minuti giocati nella manifestazione, il play nato a Ragusa è entrato in quintetto nella finale contro la Spagna, laureandosi vice campione d’Europa alla sua prima apparizione ad una competizione giovanile con la Nazionale italiana.
Sono passati pochi giorni dal podio. Qual è il primo ricordo che conservi di quel giorno?
“E’ il momento in cui sono sceso in campo. Nel pomeriggio ho saputo avrei giocato in quintetto. Coach Mangone mi ha chiamato in camera per comunicarmelo, Lonati era infortunato alla gamba. E’ stata naturalmente un’emozione positiva e non poteva essere diversamente se, giocando, hai il compito di rappresentare l’Italia. Non c’è emozione negativa dalla responsabilità, devi goderti il momento“.
L’Europeo è un cammino che parte dal primo raduno. Che percorso avete costruito con il gruppo?
“Il percorso è stato molto lungo ed è partito a dicembre con Torneo di Iscar. Come gruppo siamo stati molto, molto bene insieme. I miei compagni sono dei ragazzi straordinari, abbiamo creato una famiglia. Gli allenamenti sono stati duri, competitivi, belli da svolgere“.
E quale percorso sei riuscito a costruire individualmente?
“Di sicuro oggi ho un’esperienza maggiore rispetto a quando ho iniziato il raduno. Mentalmente sono migliorato nella gestione del gioco, della pressione, nella lettura durante lo sviluppo dell’azione e la scelta di tiro“.
Quale momento hai riconosciuto come più difficile per te?
“Quando ho iniziato l’Europeo dopo la prima partirà mi sono fatto delle domande. Il livello era molto alto chiaramente, oltre uno sforzo fisico ne era richiesto uno mentale molto importante. Hai pressione addosso dall’inizio, rappresenti l’italia. Ho lavorato su questo e sono riuscito a rispondere a queste domande in maniera positiva”.
Se dovessi raccontare di te giocatore dopo l’Europeo, come ti presenteresti?
“Sono sempre il solito ragazzo a cui piace passare la palla e a cui piace tirare. Ho un’esperienza in più!“.
Vedrai il Mondiale?
“Lo vedrò e con un occhio diverso, facendo attenzione ai particolari della partita in base a quello che ho imparato. Osserverò come i grandi leggeranno l’incontro. Ci sono vari giocatori italiani che preferisco, ma sceglierei tra tutti Fontecchio e Belinelli”.