Di Gabriele Ferruccio
Situazione incerta in casa Alma Patti, che per voce del suo presidente Attilio Scarcella manifesta le tante preoccupazioni per il futuro, analizzando un momento non di certo semplice per le società sportive siciliane.
Nonostante la splendida scorsa annata dell’Alma, culminata con la semifinale dello scorso anno, il numero uno della seconda società di basket femminile della Sicilia manifesta le tante preoccupazioni di questo momento sportivo: «Stiamo lavorando per costruire il roster della prossima stagione ma dobbiamo ancora capire bene che tipo di squadra comporre, se provare a competere per ripetere la grande scorsa stagione o se costruire un roster che possa puntare ad una stagione “attendista”. Vogliamo ripartire con Mara Buzzanca, che è un perno molto importante all’interno dell’Alma. Sta lavorando bene, sta facendo esperienza e sta mostrando quelle che sono le sue qualità, il suo impegno e la sua dedizione. È una persona perbene, oltre che un’allenatrice molto in gamba. È ovvio che bisogna comprendere bene, prima di tutto, che il reale momento storico impone determinate scelte».
L’Alma dunque ripartirà, ma le difficoltà non saranno solo per la costruzione del roster. Scarcella infatti non le manda di certo a dire alle istituzioni ed a tutto ciò che circonda Patti:, intravedendo un futuro tutt’altro che roseo: «È un momento difficile, che tutte le società stanno vivendo. Purtroppo lo sport, ed il basket in particolare, non è la priorità a livello territoriale. Dietro un roster ci deve essere una società che deve costruire, investire, programmare, organizzare e strutturare tutta la progettualità e non solo una persona che ha la passione per portare avanti un progetto: oltre gli amici dell’Alma Patti, c’è la necessità di avere partner commerciali che credano e spingano affinché il progetto possa proseguire. E la Sicilia, con le difficoltà di una terra troppo lontana dal cuore dello sport e dai territori dove gira maggiormente l’economia, è male organizzata, sotto tutti gli aspetti. Lo scorso anno gara contro Faenza siamo stati costretti a rientrare due giorni dopo il match (gara alla domenica e rientro al martedì, ndr) poiché non c’erano i mezzi di trasporto per poter rientrare. È una realtà, quella siciliana, che così ha le gambe corte. Togliendo Ragusa in A nel basket, non esiste più nessuna squadra nella prima serie nazionale di nessuno sport. Realtà di altre regioni hanno lo sport come priorità “normale”, per noi invece è una eccezionalità. Ci dovrebbe essere una sveglia dall’alto nel dire «Signori, credeteci ed investite in queste società sportive”, credo sia l’unica alternativa per comunicare ai giovani che esiste un mondo anche all’interno dello sport».