Il 2019 della Sicily By Car Palermo Basket, nella storia ultra quarantennale della società Verga Palermo, ha rappresentato indubbiamente uno dei momenti più alti in termini di risultati sportivi. Per le palermitane è stato l’anno del ritorno nella massima serie nazionale, a distanza di 29 anni dall’ultima apparizione nella stagione 1989-90. Una storia cambiata radicalmente tre anni fa, con l’arrivo del presidente Adolfo Allegra, a regalare nuovamente la Serie A1 alla Palermo del basket femminile.
Era un sogno fantastico e con l’impegno, come molti sogni, è poi diventato realtà. Nel settembre 2017 mi ero sbilanciato, scommettendo sulla massima serie nel 2019, e così è stato e ne sono molto felice e orgoglioso. Siamo tornati in A1 con uno sforzo sinergico, provando a darci un’organizzazione che da ruspante potesse divenire semi-professionistica. Avere con noi un main sponsor così importante come Sicily By Car è stato fondamentale. I ringraziamenti vanno a tutti, dalla vicepresidente a quei collaboratori che lavorano magari nell’ombra, ma che supportano le nostre giocatrici quotidianamente. Tutti sono fondamentali, nessuno è più importante dell’altro, proprio perché lo sport è condivisione e senza un lavoro corale non esiste risultato.
Come giudica la prima parte di stagione in Serie A1 della sua squadra?
La nostra posizione è quella che ci auguravamo ad inizio campionato, occupando attualmente la quint’ultima piazza, ad un passo da quel nono posto che ci consentirebbe di evitare i play-out e centrare quello che sarebbe il nostro obiettivo. Abbiamo scelto di confermare l’ossatura vincente della A2, aggiungendo tre ottime giocatrici come Flores, Gatling e Cooper e possiamo dire che, ad un match dal termine del girone d’andata, stiamo riuscendo a farci rispettare. Parliamo di un campionato molto difficile, diviso in due grandi spezzoni: uno giocato da top club del calibro di Ragusa, Schio, Venezia…l’altro dal resto delle compagini, aspetto che rende tutto più imprevedibile.
Qual è il momento dell’anno appena passato che l’ha emozionata maggiormente da presidente e primo tifoso?
Sarebbe facile dire il giorno della promozione in A1, ma mi piace citare anche il Torneo Internazionale che abbiamo organizzato a settembre. Abbiamo prodotto un grande sforzo per organizzare quella due giorni con Schio, Ragusa e Galatasaray, un momento importante perché ha dato a tutti la sensazione di essere tornati nel gota della pallacanestro. Devo, però, ammettere che l’emozione più grande è stata la vittoria in trasferta a Costa Masnaga. Quel match ci ha dato la consapevolezza che tutto è possibile, come anche altri risultati a sorpresa di questo girone d’andata hanno dimostrato. Questo ha rafforzato in me l’idea che bisogna giocare tutte le partite per vincere, mai entrare in campo pensando di non avere possibilità. Se manterremo sempre questo tipo di mentalità, sono sicuro che questa squadra non avrà problemi a raggiungere l’obiettivo salvezza.
Cosa si aspetta dal 2020?
Da adesso il proposito è duplice: da un canto salvarsi evitando i play-out, dall’altro cominciando a pensare alla prossima stagione. Mettere giù i tasselli per costruire una squadra che nella stagione 2020-21 non punti soltanto a mantenere la categoria, ma ad entrare a far parte di quella cerchia di 6-7 squadre che al momento sono al top della Serie A1. Bisogna comporre il 90% di questo puzzle entro maggio, questo è il nostro obiettivo.
Che differenze ha notato con le altre realtà a livello nazionale?
Una su tutte non potrebbe che essere l’affluenza di pubblico nei match casalinghi. A parità di livello, in casa delle nostre competitor c’è il doppio di pubblico rispetto a quello, sempre caloroso anche se ridotto, del PalaMangano. Per mantenere una squadra in A1 servono tutte le componenti. A denaro, entusiasmo, buone giocatrici, organizzazione e marketing vanno necessariamente aggiunti i tifosi. Siamo la quinta città d’Italia dove solo due sport offrono la Serie A1, la pallanuoto e noi. Ci stiamo spendendo per coinvolgere più gente possibile, non solo passando dall’accordo col Palermo Calcio ma anche col merchandising. Io spero che questi forzi vengano ripagati dall’affetto dei palermitani.