Ambiente sempre carico,i vari giovani del vivaio che crescono, quel basket aggressivo e veloce che è ormai un riconosciuto marchio di fabbrica. Insomma, gli ingredienti per coronare il sogno del grande ritorno al piano di sopra ci sono tutti. Magari l’inizio di stagione non è stato a mille, e probabilmente le rotazioni sono un po’ corte, ma le recenti vittorie prima nel difficile campo di Tortona, poi nel recupero infrasettimanale contro Siena, rilanciano le ambizioni dell’Edilnol che, con il talento della coppia U.S.A. e l’energia dei giovani in organico, lotterà fino alla fine per le posizioni di vertice. L’ottimo coach Michele Carrea ben riesce poi a coniugare bel basket e risultati, gestendo al meglio i singoli componenti del roster. Nel perimetro il giocatore più pericoloso è la guardia americana, due anni fa a Siena, K.T. Harrell (1992) che è il classico all-around capace di far male sia con il tiro che attaccando il ferro in uno contro uno. Atletismo ed attitudine difensiva fan si che possa giocare anche da “tre”, risultando quindi prezioso anche per la sua versatilità tattica. Devastante fino a questo momento, sfiorando il “ventello” di media (19.2 p.ti, 5.6 falli subiti, 3.3 rimbalzi e 2.4 assist di media). Discontinuo invece da fuori (33%), arma che usa di frequente (oltre 5 tentativi a match). Le redini della squadra sono invece affidate al talentuoso playmaker Lorenzo Saccaggi (1992), altro ex Siena, che garantisce fosforo ed imprevedibilità. Le sue potenzialità realizzative lo rendono particolarmente pericoloso nei finali di gara dove fa valere anche il suo carattere da combattente puro. I suoi numeri: 10.5 p.ti, 3 falli subiti, 2.8 rimbalzi e ben 4 assist per gara. Dal campo tira con un eccellente 64% da due ed un migliorabile 31% da tre. Durante la partita contro Siena è uscito dal campo dopo pochi minuti a causa di guai muscolari. L’ala britannica Carl Wheatle (1998) è innanzitutto un atleta formidabile nonché uno dei giovani più interessanti del panorama europeo e, quest’anno, dopo un percorso graduale, si sta lanciando definitivamente, per la prima volta nello starting five, con minutaggio da americano. Fisicità ed agonismo non mancano di certo ma, bisogna dargliene merito, ha lavorare molto sulle percentuali da fuori, migliorandole esponenzialmente. Rimbalzista nato! Finora viaggia con 11.3 p.ti, 2.4 falli subiti, 8.1 rimbalzi che la dicono lunga sulle sue capacità di salto. Il 42% da tre è una piacevole novità che dimostra come si stia “completando” come esterno. L’ala forte è, l’ex Agrigento, Albano Chiarastella (1985) che riveste alla perfezione il ruolo di “quattro” atipico, prediligendo il gioco fronte a canestro. Così facendo, porta i più lenti avversari lontano dall’area colorata, in terre a loro meno congeniali. Non è certo un intimidatore d’area ma fa valere con astuzia le sue doti tecniche da esterno puro. Le sue cifre sono in calo (3.4 p.ti), soprattutto alla voce percentuali (33% da due, 19% da tre), mentre la presenza a rimbalzo è innata (5 di media). Preziosa poi la sua abilità nel fornire assist ai compagni, che spesso lo “trasformano” nel ruolo di regista occulto della squadra. Dalla lunetta sono però dolori (61%). Il centro della squadra è Deshawn Sims (1988) che, dopo aver girato letteralmente il mondo, ha dimostrato di essere uno dei migliori “cinque” di A2 nelle scorse stagioni a Rieti e Roma, sponda Eurobasket. Sprigiona tutto il suo atletismo nei pressi dell’area colorata ed è il classico lungo con punti nelle mani (20.2 a match), poiché dotato di ottima tecnica in post basso (51% dalla media), pur non rinunciando ad uscire dal pitturato per colpire dalla distanza (34% da oltre l’arco dei 6.75). Altri numeri da MVP? Ebbene, anche 4.3 falli subiti e 6.8 rimbalzi ad incontro. Un buon aiuto lo assicura anche l’ala-pivot del 1995 Giovanni Vildera, che si è meritatamente guadagnato il ruolo di primo cambio dei lunghi con oltre 22’ di utilizzo medio sul parquet. Sa farsi trovare pronto quando viene chiamato in causa, rivelandosi pedina preziosa per il proprio staff tecnico. Contribuisce con 6.1 p.ti (51% da due), 5 rimbalzi ed un rivedibile 58% dalla lunetta. In crescita! La guardia del 1999 Matteo Pollone ha guadagnato minuti (oltre 10’ ad allacciata di scarpe) rispetto al passato e fornisce il suo apporto di energia anche se le percentuali dal campo sono ai minimi storici (33% sia da due sia da tre…e qualche problemino dalla linea della carità).Il playmaker del 1998 Federico Massone ha giocato tanto contro Siena, stante l’improvvisa assenza di Saccaggi, ed il suo peso nelle rotazioni potrebbe aumentare repentinamente. Spazio (non molto per la verità) anche peril ‘95 Obinna Nwokoye, Marco Torgano ed il playmaker del 2001 Gianmarco Bertetti che finora hanno trovato poco spazio ed inciso ancor meno a referto.
Dario Gentile – Responsabile Comunicazione Pallacanestro Trapani