La De Longhi si è confermata ai livelli delle passate stagioni che ha vissuto costantemente ai vertici, pur sfiorando solamente l’ambito ritorno al piano di sopra. In estate coach Stefano Pillastrini ha cambiato molto, “pagando” un po’ questa scelta nel girone d’andata dove i suoi ragazzi hanno fatto inizialmente fatica a trovarsi. Poi una seconda parte di stagione letteralmente da record che ha proiettato nuovamente Treviso laddove le spetta. Il sistema di gioco ha subito qualche cambiamento, ben rappresentato dalle cifre che narrano, da un lato, del secondo miglior attacco dell’intero girone Est con 81.8 p.ti di media (mentre lo scorso anno Treviso arrivò si prima in regular season ma con un dato curioso, il peggior attacco dell’intera A2) e, dall’altro, della seconda miglior difesa ad Est, con appena 72.9 p.ti subiti per gara. La consueta difesa asfissiante, coniugata quest’anno con ritmi e punteggi alti sono in sostanza il marchio di fabbrica di Fantinelli e soci che puntano dritto al grande ritorno nella massima serie. Il roster. In cabina di regia troviamo Matteo Fantinelli (1993), le cui innate doti da leader gli permettono di orchestrare il gioco con autorità, facendosi apprezzare per le capacità di grande passatore, nonché di ottimo rimbalzista. Non è un giocatore che ha tanti punti nelle mani, poiché ama prendersi tiri ad alta percentuale e, soprattutto, giocare per i compagni. In questa stagione ha viaggiato con 8.4 p.ti, 3.1 falli subiti, 5.3 rimbalzi e ben 7 assist per gara. Migliorabile il 31% da tre, specialità che usa però poco. Balbetta dalla lunetta, con appena il 61%. La guardia è l’italo argentino Bernardo Musso (1986), ex Ferentino e diverse esperienze italiane alle spalle. È un giocatore di sistema che, oltre ad avere punti nelle mani, riesce a mettere in ritmo il talento dei compagni di squadra. Il tiro è la specialità della casa ma è un esterno completo, che assicura anche difesa, energia ed una buona mano alla voce rimbalzi. Ha chiuso con cifre di tutto rispetto: 10.2 p.ti, 3.2 rimbalzi ed un convincente 38% da tre (su quasi sei tentativi a match). Per lui anche 2.6 assist ad allacciata di scarpe. È arrivata “in corsa” la Combo Guard Isaiah Swann (1985) che lo scorso anno era in A1 francese a Cholet. È un mancino con spiccata personalità ed esperienza (sempre in doppia cifra) nei massimi campionati di mezza Europa. Nelle gare finora disputate ha ben figurato, confermandosi esterno duttile e con grande fiuto per il canestro, in particolare dalla distanza. I suoi numeri: 11.7 p.ti, 2.9 rimbalzi e 2.4 assist a match. Eccellenti le sue percentuali da oltre l’arco dei 6.75 (47%), dato ancor più considerevole se pensiamo che tenta la conclusione da fuori più di sei volte per gara. L’ala grande è Michele Antonutti (1986) che di stagioni nella massima serie ne ha vissute tante (Reggio Emilia, Caserta, Pistoia tra le altre) e, negli anni, si è sempre più “trasformato” da “tre” a chirurgico “quattro” tattico che punisce i più lenti pariruolo con il suo micidiale tiro dalla distanza. Che numeri per lui: 15 p.ti, 3.4 falli subiti e 5.9 rimbalzi di media. Mani celestiali, come dimostrano il 59% da due, il 50% da tre, nonché l’89% ai liberi. Sotto canestro troviamo un altro lungo atipico, John Brown (1992) che, prima della passata stagione con la Virtus Roma, era al suo esordio assoluto fuori dagli States. È un ottimo atleta che corre bene in transizione e che, in attacco, può giocare sia spalle a canestro che mettere palla a terra per giocarsi l’uno contro uno. Anche il tiro dalla media gli sorride e finora è stata una vera e propria arma letale. Le cifre stagionali parlano infatti ampiamente in suo favore: 17.8 p.ti e 7.2 rimbalzi a match. Il 54% da due è ancora più “pesante” in virtù dei quasi 14 tentativi per gara. I 3.7 falli subiti ed i quasi 2 recuperi per partita depongono in favore della sua intraprendenza nonché delle eccellenti doti fisiche. Balbetta però nei pressi della linea della carità (67%). L’altro lungo è Davide Bruttini (1987), specialista in promozioni (ben tre consecutive con Torino, Brescia e Virtus Bologna) che, pur non disponendo di tantissimi centimetri, non fa certo mancare grinta e determinazione nei pressi dell’area colorata. Fornisce una grossa mano alla causa, assicurando preziosi rimbalzi, e presidiando il canestro senza alcuna remora nel fare a spallate con avversari spesso più prestanti fisicamente. Ecco le sue statistiche stagionali: 4.5 p.ti (62% da due) e 3 rimbalzi per partita. C’è anche il talento di Matteo Imbrò, play-guardia del 1994 che assicura fosforo e preziosi rifornimenti per i compagni, non disdegnando anche di mettersi in proprio. Ha scritto a referto discreti bottini. Per lui 9.4 p.ti, 2.9 rimbalzi e 2.5 assist per gara. Molto bene dalla distanza (43% da tre su quasi 5 conclusioni a match), mentre è senz’altro migliorabile la gestione dei possessi (quasi 2 palle perse ad incontro). Troviamo poi l’ala Eric Lombardi (1993) che è arrivato a dicembre dal piano di sopra (Pistoia). Finora ha messo su 5.5 p.ti (44% da due) oltre 4.1 rimbalzi per gara. Pecca ancora di ingenuità ma sta migliorando il suo senso tattico, gestendo meglio del passato le sue stratosferiche doti atletiche. Ogni tanto la mette anche da fuori (33%) mentre dalla lunetta sono dolori, con appena il 50%. Una buona mano arriva anche dalla guardia-ala Matteo Negri (1991), che sta tirando male dal campo ma può far male in uno contro uno, come dimostrano i tanti falli subiti in rapporto al minutaggio. In stagione regolare ha garantito alla causa 6.6 p.ti e 2.6 falli subiti a match. Tira, come detto, con brutte percentuali: 48% da due ed il 25% da tre. Ruolo importante infine per il playmaker del 1994 Gherardo Sabatini, cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna ed ex Imola e Ravenna, che ha tanto spazio (22’ per partita) ed ha scalato le gerarchie iniziali con 6.4 p.ti, 2.1 falli subiti, 3.1 rimbalzi e 2.5 assist di media. Percentuali però rivedibili (46% da due, 22% da re).
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