La Pasta Cellino di coach Riccardo Paolini non ha avuto alcun problema di ambientamento alla nuova categoria, in virtù della scelta estiva di puntare su un gruppo di italiani solido ed affidabile, impreziosito da una coppia di americani che scrive a referto numeri importanti. Sul quintetto in realtà non v’erano dubbi, ma la crescita costante della panchina ha garantito “rotazioni a nove” ed intensità costante per tutti i 40’. Così il team isolano è sempre rimasto lontano dalle zone calde ed i play-off sono probabilmente sfumati per via dell’ultima sfortunata sconfitta sulla sirena in quel di Tortona dove Cagliari, sul campo, avrebbe meritato i due punti. Andiamo ai singoli. La mente della squadra è l’americano Marcus Keene (1995), rookie da Central Michigan che nella sua brillante carriera NCAA ha sempre dimostrato di avere una confidenza disarmante col canestro. Doti da realizzatore subito ribadite nella sua prima esperienza fuori dagli States. Ecco i suoi numeri: 19.1 p.ti, 4.2 falli subiti, 4.6 rimbalzi e 2.9 assist di media. Le percentuali dal campo non sono altissime (48% da due, 35% da tre) ma risentono logicamente delle tante responsabilità di cui si carica il piccolo funambolo U.S.A. (oltre 15 tentativi dal campo, di cui più di 7 dalla lunga distanza). La guardia è l’ex Latina Roberto Rullo (1990) che coniuga con equilibrio le capacità di realizzatore con quelle di giocatore di squadra. Risulta particolarmente continuo nel trovare il canestro da fuori ed è molto abile nel rifornire di assist i compagni. Le sue cifre attuali: 15.5 p.ti, 3.5 falli subiti, 3.1 rimbalzi e 2.9 assist ad allacciata di scarpe. Tira inoltre con il 47% da due ed un notevole 38% da tre, la vera specialità della casa, su oltre 7 tentativi di media. Un prezioso contributo sul perimetro lo assicura altresì l’ala piccola del 1998, ex Siena, Lorenzo Bucarelli che, nei 25’ di permanenza sul parquet, scrive a referto buoni numeri: 6.4 p.ti (48% da due), 2.5 falli subiti, 3.9 rimbalzi e 2.8 assist a match. Male da tre (22%), pur su pochi tentativi. L’esperto Marco Allegretti (1981) sta trovando tanto spazio (26’ di media) ed è un’ala piccola che dispone di mano molto educata, rivelandosi ottimo tiratore da fuori ma non sempre incline alla lotta, nonostante le buone doti atletiche. Sta ripagando le aspettative in lui riposte con 9.2 p.ti e 4.9 rimbalzi per partita. Ottime poi le percentuali da due (63%), così come quelle da tre (37%). Prezioso tatticamente poiché può giocare da “quattro” atipico ed aprire il campo con la sua abilità fronte a canestro. L’atletico U.S.A. del 1989 De’shawn Stephens (già protagonista in Giappone, Turchia e Francia) è un lungo solido e di grande impatto nel pitturato, che presidia a dovere l’area colorata, dove non di rado gli avversari sono costretti ad alzare le parabole di tiro per sfuggire ai suoi tentacoli. In attacco predilige il gioco in post basso che si traduce nell’eccellente 61% da due (su 10 tentativi a match). Con le “doppie doppie” ha una notevole confidenza, ed in tal senso gli viene incontro la specialità della casa, ovvero i rimbalzi catturati al piano di sopra. Ecco il suo tabellino stagionale: 15.9 p.ti, 4.4 falli subiti e ben 8.4 rimbalzi ad incontro. Ogni tanto ci prova anche da tre, con ottimi risultati (38%) mentre dalla lunetta son dolori, con il 56%. La guardia tiratrice, ex Treviglio ed Agropoli, Mirco Turel (1994) è una buona alternativa sul perimetro e si sta rivelando una sicurezza nelle rotazioni di coach Paolini. Garantisce alla causa 5.6 p.ti (con il 52% da due ed il 31% da tre) in oltre 18’ di parquet. Un ruolo importante lo ricopre poi l’ala del 1999 Michele Ebeling, talentuoso figlio d’arte (di John) già nel giro delle nazionali giovanili ed in prestito dalla Dinamo Sassari. La stagione in corso depone in suo favore (3.6 p.ti e 2.9 rimbalzi di media). Le percentuali da due sfiorano la sufficienza (48%), mentre dalla distanza (20% da tre) e dalla lunetta (56%) sta faticando non poco. Spazio anche per la guardia-ala Andrea Rovatti (1996), prodotto di Reggio Emilia ed ex Verona che, nei 15’ di campo, mette a referto 5.3 p.ti e 2.5 rimbalzi di media. Conclude efficacemente dalla media (54%) ed un po’ meno da tre, dove al momento balbetta (26%). L’ala-pivot, ex Scafati, Ferdinando Matrone (1995) finora sta in campo 10’ di media ed assicura alla propria squadra 2.2 p.ti (57% da due) e 2.5 rimbalzi per partita. Tira poco ma discretamente dalla distanza e molto meno invece dalla linea della carità, con un rivedibile 50%. Chiude infine il roster il play-guardia del 1997 Edoardo Angius che fin qui non ha trovato spazio.