Siciliane nel Girone Nord, costi trasferta da 60 mila euro a stagione

Nella composizione dei gironi preferito ripetere le scelte "collaudate" della scorsa stagione

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Chi vuole aiutare la Sicilia ad avere un peso all’interno del panorama cestistico nazionale si faccia avanti, è giunta l’ora.

Le decisioni del Consiglio Federale del 6 agosto pesano nei bilanci e nelle logiche di una stagione 2020-2021 pensata da ogni società italiana in ottica crisi sanitaria e nuove spese necessarie correlate.

Ma alle siciliane viene chiesto, ancora una volta, qualcosa di più: inserite per il secondo anno di fila nel Girone Nord, in quello B, che prevede trasferte in Emilia-Romagna e Lombardia, le siciliane di Serie B dovranno trovare fondi e forze per sostenere costi trasferta da almeno 60 mila euro l’anno.

La scelta della Federazione non è chiaramente legata ad una continuità geografica, ma stando a quanto appreso, alla volontà di dare continuità ad un modello già proposto negli anni passati, che dovrebbe trovare quindi le società già preparate.
Un’osservazione che dimentica le proteste e i tentativi di mediare verso un cambiamento della maggior parte delle società siciliane coinvolte.

Questi accoppiamenti rimangono difficili da comprendere e sono dispendiosi. La Sicilia già svantaggiata geograficamente, è anche la seconda regione con il pil più basso in Italia e inoltre, come dovrebbe essere noto gli aerei da e per la Sicilia costano di più e sono garantite meno tratte ed è per quest’ultimo motivo che una trasferta al Nord per una squadra siciliana dura anche un giorno più e quindi una notte in più in hotel.
Infine, una sola delle quattro società siciliane ha un aeroporto cittadino (Palermo), mentre per tutte le altre la variabile trasferta prevede già un centinaio di chilometri per arrivare all’aeroporto più vicino.

Tra le scelte del 6 agosto c’è l’aver negato la permanenza in Serie A1 femminile della città di Palermo. Mentre altre società hanno percorso la stessa strada con meno certezze, Palermo aveva il supporto economico dall’amministrazione Orlando (entrata nelle scorse ore a dialogo diretto con il presidente Petrucci) e quello della Sicily By Car di Tommaso Dragotto, ma ha visto la porta dell’A1 chiudersi. Le singole realtà societarie siciliane sono rappresentanti di se stesse nei momenti che possono decidere già una stagione.

Chi vuole aiutare la Sicilia ad avere un peso all’interno del panorama cestistico nazionale si faccia avanti, ma potrebbe essere troppo tardi.

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