Opening Day di Ragusa. Dalla serata di gala le parole di Protani, Passalacqua e Crespi

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Il presidente LBF Massimo Protani (ph. Alessio Mauro)

Presidenti, vertici e formazioni della Lega Basket Femminile si sono ritrovati all’interno della Scuola dello Sport di Ragusa per vivere la serata di gala del XVI Opening Day, al termine della giornata di apertura dell’87° campionato di serie A1 femminile.

A condurre la serata Giorgio Pomponi, responsabile dell’Area comunicazione Lbf, ad aprire l’appuntamento il presidente Lbf Massimo Protani.

Porto i saluti di Petrucci e del presidente Vicario e Invernizzi. Non voglio dire che siamo bravi, le cose fatte fanno parte del passato. Dal momento in cui ci si ferma a parlare delle cose fatte si rischia di perdere la lucidità necessaria per progettare le cose future. Non possiamo nascondere il difficile momento storico. Noi non abbiamo la bacchetta magica – ha dichiarato Protani – ho sentito lamentarsi della presenza di “solo 10 squadre”, ma è un campionato di elite lo dimostrano le partite di stasera. Dobbiamo portare in A società sane. Stiamo cercando di lavorare anche sulla B, in modo da arrivare ai campionati dal giusto numero“.

Poche parole da parte del presidente Guanstefano Passalacqua, che si è fatto carico dell’organizzazione numero sedici della prima giornata del campionato della massima serie femminile.

In conferenza stampa mi hanno chiesto se fossi emozionato, la risposta era no, ora fatto il grosso capisco di aver fatto qualcosa di bello. Era il nostro modo per dirvi il benvenuto a Ragusa”.

D’impatto, infine, le prime parole di coach Marco Crespi alla vigilia del primo raduno da capo allenatore della Nazionale Femminile, che svelando un po i retroscena della sua chiamata azzurra, ha anche spiegato la mission del suo mandato. “Ho ricevuto la telefonata di Petrucci alle 8:30 del mattino, mentre compravo una focaccia ligure, e mentre ascoltavo la proporsta ho pensato che era qualcosa che mi garbata molto. Quindi in 48h sono stato scelto, da li ho comiciato a chiamare persone che avevano allenato la femminile e ho raccolto dati importanti. In tanti colloquio siamo arrivati sempre ad un punto, a rintracciare qualcosa che non andava. Voglio un muro di energia contro questo “ma”, non dobbiamo avere un giudizio, ma pensare a quello che diamo. Se abbiamo tutti l’obiettivo di migliorare l’1%, c’entriamo un obiettivo. Ripeto non un giudizio ma un obiettivo“.

 

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