La Pallacanestro Trapani riceve Rieti dell’ex Claudio Tommasini

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Claudio Tommasini
Claudio Tommasini

Cominciamo col dire che la Npc Rieti, a malincuore, ha deciso di sollevare dall’incarico coach Luciano Nunzi che ha lasciato la panchina al suo vice Alessandro Rossi. Le rotazioni non sembrano il punto di forza della formazione laziale che finora ha ottenuto solamente una vittoria (va però detto che ha disputato una gara in meno), pur rimanendo sempre “in partita” in tutti gli incontri finora giocati. Quest’anno si è cambiato parecchio in casa NPC e la regia è stata affidata all’ex Claudio Tommasini (1991) che a Trapani, anche per via di continui guai fisici, non ha potuto dimostrare a pieno il suo valore nel biennio in maglia granata. Con Rieti però il suo inizio di stagione è stato convincente e la sua forza fisica disarmante può fare la differenza in situazioni di campo aperto. La sua propensione per l’uno contro uno va disinnescata, magari concedendogli qualcosa al tiro da fuori che non rappresenta di certo la specialità della casa. I suoi numeri: 11.8 p.ti, 3 falli subiti, 3 rimbalzi e 3.5 assist di media. Migliorabili invece le percentuali, 47% da due, 33% da tre, 60% ai liberi. La guardia è il realizzatore, di grande impatto fisico, Zaid Hearst (1992) che è stato il miglior marcatore della passata Leb Oro spagnola, e che riesce a costruirsi un tiro nelle situazioni più disparate, sia attaccando il ferro sia col tiro dalla distanza. Bottini in doppia cifra assicurati! Viaggia con numeri di tutto rispetto: 22.8 p.ti, 10.3 falli subiti, 4.8 rimbalzi e 3.3 assist ad allacciata di scarpe. Tira tanto (oltre 18 conclusioni dal campo) e con percentuali inevitabilmente non altissime (48% da due, 28% da tre). Altro esterno di sicuro rendimento è l’esperto play-guardia Juan Marcos Casini (1980), italo-argentino con ben 13 stagioni italiane già alle spalle. Conoscenza del gioco a metà campo e tiro da tre sono assicurati, per via di mani davvero raffinate. Le sue cifre finora: 7.8 p.ti e 1 assist a match. Il 43% da tre e l’89% ai liberi non necessitano poi di alcun commento. L’ala-pivot è l’altro U.S.A. Chris Davenport (1994) che è un rookie da North Florida che sta dimostrando tutto il suo valore anche alla prima esperienza fuori dagli States (9.5 p.ti e 7.5 rimbalzi di media). Ha una buona presenza sia in difesa che a rimbalzo, ed è dotato di ottima tecnica individuale (66% da due), con raggio di tiro anche dalla distanza (eccellente il 54% da tre). Il pivot è il veterano, ex Nazionale, Angelo Gigli (1983) che è davvero difficile da marcare nel pitturato, dove può far valere movimenti in post basso da manuale, oltre che un tiro dalla media niente male. In difesa va ovviamente preservato, esonerandolo da aiuti sul pick and roll troppo dispendiosi. Le sue medie così recitano: 9.3 p.ti (72% da due), 4.3 falli subiti e 6.8 rimbalzi ad incontro. Può far male anche da tre e qualche assist lo confeziona sempre. Prezioso poi il ruolo dell’ala Giovanni Carenza (1988) che scrive a referto 6.8 p.ti e 3.5 rimbalzi per partita. Buone le percentuali da oltre l’arco dei 6.75 (34%), specialità che usa più del tiro dalla media (oltre 5 tentativi da fuori per gara) e che denota la sua natura di ala piccola, nonostante per esigenze tattiche giochi spesso e volentieri da “quattro” atipico. Un altro giocatore che ruota sul perimetro e che gioca minuti importanti è la guardia-ala Norman Hassan (1990) che è un “attaccante” di razza anche se finora ci ha preso ben poco dalla distanza. Nelle ultime tre stagioni ad Imola ha sfiorato i 10 p.ti di media anche se, per il momento, deve “accontentarsi” di 4 p.ti per partita con un rivedibile 17% da tre (su quasi sei tentativi a match). Poco finora dalle rotazioni. Il playmaker, ex Treviglio e con buone esperienze nelle nazionali giovanili, Nicola Savoldelli (1997) nelle prime uscite si è limitato a colpire dalla distanza (3.5 p.ti con il 43% da tre, negli oltre 10’ di utilizzo medio), mentre la guardia-ala, ex Tortona, Alberto Conti (1998) ed il centro dalle mani educate, ex Recanati e Trieste, Leonardo Marini (1995) hanno inciso ben poco.

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