La Pallacanestro Trapani non ci sta a subire gli ultimi provvedimenti disciplinari comminati dal giudice sportivo dopo l’ultimo match di campionato giocato contro la Virtus Roma. Squalifica del PalaConard, deplorazioni a coach Ugo Ducarelle e oltre mille euro di ammenda sono state giudicate un eccesso.
Di seguito l’elenco dei provvedimenti che subirà la società granata
LIGHTHOUSE TRAPANI – Ammenda di Euro 500.00 per offese collettive frequenti del pubblico agli arbitri.
VINCENZO DUCARELLO (Capo Allenatore LIGHTHOUSE TRAPANI) – Deplorazione per proteste avverso decisioni arbitrali con conseguente espulsione.
LIGHTHOUSE TRAPANI – Ammenda di Euro 750.00 per la mancata estensione del tunnel di accesso agli spogliatoi.
LIGHTHOUSE TRAPANI – Squalifica campo per 1 gara perché un tifoso al termine del secondo periodo, mentre gli arbitri raggiungevano gli spogliatoi, si sporgeva dalle tribune ed entrava in contatto con il 3° arbitro.
La società siciliana ha voluto difendere la sportività dei propri tifosi e annunciato che commuterà in sanzione amministrativa la squalifica del proprio campo da gioco.
La Pallacanestro Trapani, conoscendo la serietà e la sportività che caratterizzano la propria tifoseria, oltre a pagare le ammende, ha deciso di commutare la squalifica del campo in sanzione amministrativa (pari a 5000 euro). Assicuriamo a tutti che la prossima partita casalinga (contro la Viola Reggio Calabria) verrà disputata regolarmente al PalaConad ma ci riserviamo di ricorrere, preso le sedi competenti, contro un provvedimento che riteniamo ingiusto.
Queste le dichiarazioni rilasciate dal general manager Nicolò Basciano in merito al provvedimento del giudice sportivo:
“Per 26 partite abbiamo subito e visto. Per rispetto verso la categoria degli Arbitri e verso la FIP non abbiamo mai commentato o criticato alcuna decisione. Abbiamo sempre cercato un dialogo costruttivo e la prima regola data ai nostri tesserati è sempre stata quella di rispettare le decisioni arbitrali, qualunque esse siano. Oggi, ci sorge il dubbio che, forse, qualcosa abbiamo sbagliato. Forse nel sistema qualcosa non funziona. Forse non ci si rende conto che, oltre al danno economico, si crea anche un danno morale verso una società che lavora quotidianamente nel rispetto delle regole. Non si capisce il metro di valutazione che viene utilizzato. Durante la stagione, in qualche campo, si è arrivati al lancio di sedie sul parquet, in altri si sono sentiti cori razzisti verso gli atleti, in altri ancora gli arbitri hanno subito qualsiasi tipo di insulto o, peggio ancora, si è vista gente di ogni tipo stazionare negli spogliatoi, prendere a calci le porte degli stessi o provare ad aggredire la terna. In nessuno di questi casi, però, abbiamo visto comminare sanzioni pesanti come la squalifica del campo che abbiamo visto addebitare a noi soltanto perché un tifoso, sporgendosi da una ringhiera, ha toccato la spalla ad un arbitro”.