Nella mia lunga carriera di dirigente ho sempre pensato che lo sport avesse per caratteristica propria il dovere di sopprimere ogni forma di violenza.
Ed è proprio per questa mia convinzione che ho sentito un senso di tristezza tale ieri sera, assistendo alla diretta sul canale streaming della LBF alla partita Torino-Ragusa, da voler aspettare che “passasse la nuttata”, non come pensiero retorico, ma come messaggio di speranza, come nelle intenzioni della celebre frase pronunciata dal grande Edoardo De Filippo.
Io, come presidente della LegA Basket Femminile, come immagino tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori che hanno assistito al gesto violento (bisogna chiamare le cose con il loro nome) della giocatrice Dearica Hamby contro l’avversaria Ivana Tikvic, ho avvertito una fitta all’altezza del costato e un sapore di amaro in bocca. E credetemi se devo confessare che anche stamani, a mente fredda, sto cercando degli appigli per recuperare un po’ di tranquillità e, soprattutto, per non pensare che ciò che dovrebbe essere considerata normalità non stia diventando, sempre di più, straordinarietà.
Fortunatamente lo sport in generale, e il nostro in particolare, ha dato dimostrazione di quanto si può assegnare uno scudetto, l’ultimo in ordine di tempo, in una sfida dai toni agonistici elevatissimi, quale è stata quella tra Lucca e Schio, senza tuttavia derogare a principi quali la lealtà e il rispetto dovuto tanto ai vincitori quanto agli sconfitti.
Le immagini che ci sono arrivate come un secchio di acqua gelida in piena faccia ieri sera, invece, non lasciano spazio a giustificazione alcuna. E prima ancora del sottoscritto, va dato atto alla società Virtus Eirene Ragusa della famiglia Passalacqua, che in un comunicato ha preso le distanza dal gesto estremamente violento di una loro tesserata.
Assistere con terrore alle ultime battute di una partita di basket, con una giocatrice a terra priva di sensi e con le compagne spaventate, con il pubblico presente in un silenzio surreale, non solo non fa parte del dna di nessuno sport, ma non dovrebbe mai e poi mai accadere.
Tanto meno per un colpo gratuitamente violento.
Da parte mia personale, di tutto il movimento che mi onoro di rappresentare e dei tanti appassionati che mi hanno scritto con sincera preoccupazione anche solo per chiedermi notizie sullo stato di salute di Ivana Tikvic, giunga forte il messaggio di condanna del gesto.
E siccome continuo ad essere un inguaribile sognatore, spero di vedere al più presto un abbraccio vero e sincero, intriso di perdono da una parte e di dispicare dall’altro, tra Ivana e Dearica.
Il Presidente Lbf
Massimo Protani