Udine ha un roster “up size”, a disposizione due quintetti molto fisici e con tanti centimetri, un po’ in controtendenza con la moda recente “under size”. La post season inizierà da posizione privilegiata (grazie anche all’ultima vittoria casalinga su Tortona) e l’ottimo coach Matteo Boniciolli, il cui percorso stagionale ha avuto alterne fortune, ha trovato finalmente la quadra, come dimostra la conquista della finale di Coppa Italia contro Napoli, persa solo nell’ultimo quarto. Ecco i singoli. La stella è Dominique Johnson, guardia del 1987, con esperienze internazionali alle spalle in Israele, Turchia (Europe Cup), Germania ed, in Italia, con le maglie di Varese (17.6 p.ti di media), Venezia (con Fiba Europe Cup vinta) e Pistoia in A. È una guardia dalla struttura fisica importante, eclettica, con un micidiale tiro dalla distanza (finora 41% dai 6.75 su 8 tentativi a match), arma che usa con prevalenza. Grande leadership e doti realizzative da top player, pur al contempo “vedendo” i compagni (3.5 assist di media al momento). Non tantissimi i falli subiti per lui, poiché attacca il ferro il giusto. Per il resto 16.7 p.ti (43% da due), 3.1 falli subiti, 2.9 rimbalzi. Sul perimetro, ha assaggiato il campo per pochi minuti proprio contro Tortona il playmaker Andrea Amato (1994) che era fermo da lunghissimo tempo per infortunio. Di fatto la sua stagione non è ancora iniziata e, nei playoff, potrà finalmente mettere a disposizione della squadra il suo micidiale tiro da tre e rifornire i compagni con i suoi assist al bacio, la specialità della casa. Deve mettere benzina nel motore. L’ex Pesaro Federico Mussini è arrivato “in corsa” ma è fuori per tutta la stagione per un brutto infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Perdita importante, poiché viaggiava a 13.4 p.ti ad uscita, 3.7 falli subiti, 3.2 rimbalzi, 2.9 assist. Il play-guardia Marco Giuri (1988) si è ritagliato, negli anni, il ruolo di specialista in A con Caserta, Brindisi e Venezia, alzandosi dalla panchina per colpire chirurgicamente col suo tiro da fuori. Poi il ritorno a Caserta lo scorso anno, ma in A2 dove la doppia cifra non può sfuggirgli di certo. La specialità della casa è l’arco dei 6.75 (al momento un eccellente 40%), e si fa apprezzare per la sua capacità di distribuire tanti assist a match (3.8 di media finora). A referto anche con 10.1 p.ti, 2.6 falli subiti, 3.7 rimbalzi. L’ala grande è Michele Antonutti (1986) che di stagioni nella massima serie ne ha vissute tante (Reggio Emilia, Caserta, Pistoia e, da ultimo, Treviso e Biella) e, negli anni, si è sempre più “trasformato” da “tre” a chirurgico “quattro” tattico che punisce i più lenti pariruolo con il suo micidiale tiro dalla distanza. Impatto stagionale in doppia cifra: 11.7 p.ti, 2.3 falli subiti e 4 rimbalzi di media. Mani celestiali, come dimostra il 51% da due e, soprattutto, il 41% da tre. L’87% dalla lunetta conclude il quadro. Poi c’è il lungo U.S.A. Nana Foulland (1995) che arriva da un’ottima esperienza in Polonia, con Sopot dove ha scritto 12.4 p.ti + 8.8 rimbalzi ad uscita. Si tratta di un super atleta, dalla buona tecnica in post basso ma che, grazie ad innate doti di velocità ed agilità, può “cambiare” in difesa anche sugli esterni, garantendo versatilità al proprio staff tecnico. A rimbalzo sfiora la doppia cifra di media (9.1) ed alla voce stoppate fa letteralmente scintille (1.1), costringendo gli avversari ad alzare le parabole di tiro. Poi 11.7 p.ti (un ottimo 61% da sotto), 2.8 falli subiti, un migliorabile 61% ai liberi. Non ha raggio di tiro dalla distanza. Nel pitturato determinanti i minuti (oltre 11’) del pivot Francesco Pellegrino (1991), ex di Ferrara (doppia cifra per lui) e della stessa Udine per un biennio, dove è ritornato anche se sta scrivendo a referto numeri sotto le aspettative (le sue cifre: 4.3 p.ti, 64% da due, 2.9 rimbalzi per gara). Le sue lunghe leve consigliano agli avversari di “correggere” il tiro, per sfuggire alla stoppata. In roster anche l’ex Fortitudo Bologna, Scafati e Casale Monferrato Nazzareno Italiano (1991) che, nelle gare disputate fin qui, ha tirato al di sotto dei suoi standard (5.8 p.ti, 2.2 falli subiti, 3.8 rimbalzi, il 28% da tre ed il 47% da due, arma che usa meno del tiro dalla distanza). Negli anni ha costruito un fisico più asciutto (da esterno puro) ma, forse, ha così perso l’atipicità di un tempo. Tanto spazio (oltre 20’ a match) anche per il 2000 Lodovico Deangeli, scuola Trieste ed ex Biella, che è un interessante prospetto nazionale e di presenze nelle squadre azzurre under ne ha già parecchie. “Tre” fisico che sta dando meno dividendi dell’andata ma sempre prezioso, con 3.9 p.ti, 3.9 rimbalzi ed un buon 37% da tre. Male invece dalla lunetta, con appena il 52%. Quasi 16’ poi per la confermata guardia del 1995 Vittorio Nobile che ad Udine è ormai di casa. Usa prevalentemente il tiro dai 6.75 ma, al momento, sta faticando un po’ (29% da tre). Aggiunge 4.4 p.ti (62% da due, pur su pochi tiri), 1.8 rimbalzi e 1.4 assist per gara. Si guadagna a pieno le rotazioni anche l’atletico 3/4 del 1998, ex Orlandina, Joseph Mobio che, con le sue notevoli doti fisiche e l’atipicità, regala buone cose alla squadra, mettendo in difficoltà con la sua dinamicità avversari più lenti. Buon rimbalzista ma discontinuo al tiro, sia da due (38%) che da tre (36%). Fatica anche dalla lunetta, con il 67% stagionale. Sa creare dal post alto. Per lui 3.6 p.ti, 2.2 rimbalzi e più di un assist ad allacciata di scarpe. Le sfortune del settore playmaker hanno aperto le porte al prestito dalla Pallacanestro Trieste 2004 di Matteo Schina, regista del 2001 in doppio tesseramento con Monfalcone dove in B ha fatto molto bene (doppia cifra di media punti). Per lui più di 10’ di parquet a match e tanto fosforo (anche 2 p.ti di media). Non certo un realizzatore ma gestione del gioco, transizione e pressione sul portatore di palla avversario sono assicurati. Sorpresa!
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