La Blu Basket Treviglio in settimana ha esonerato coach Michele Carrea per via di un inizio di stagione stentato, con due sconfitte e due vittorie di misura, non in linea con il roster a disposizione, esperto, profondo e di assoluta qualità, destinato a veleggiare nelle zone più nobili della classifica. La squadra è stata affidata ad un profondo conoscitore della categoria, quell’ Alessandro Finelli che dovrà trovare i giusti equilibri per puntare ai playoff da posizione privilegiata, con l’obiettivo del grande salto ben impresso nella mente. La squadra è meno votata ai giovani, rispetto al passato, ma di contro è piena di esperienza, talento e … lunga, aspetto essenziale per le rotazioni. I singoli. Gradito ritorno per la guardia-ala Pierpaolo Marini (1993) che è, di fatto, un americano aggiunto, forte della promozione da protagonista con Napoli due stagioni fa, cui è seguita una buona esperienza al piano di sopra (4.1 p.ti in 15’). La doppia cifra è ormai un’abitudine per lui, ed anche in questa fase iniziale di stagione sta facendo registrare numeri da “americano” (15.8 p.ti, 7 falli subiti, 3 rimbalzi e 3 assist ad incontro). Forza fisica devastante, e notevole capacità di attaccare il ferro guadagnando tanti liberi. Gran rimbalzista per il ruolo. Non è certo un timido (quasi 11 conclusioni dal campo per gara) ed anche le percentuali lo premiano, con il 63% da due. Sta faticando soltanto da 3, con il 21% da oltre l’arco dei 6.75, arma che usa tanto (quasi 5 tentativi per gara). La guardia è U.S.A., il realizzatore Jason Clark (1990), prodotto della celebre Georgetown University. Esperienze ad alti livelli in Europa, anche nelle coppe, con le maglie di Ankara (22 di media), Anversa (Mvp della Lega belga 2016/2017), Francoforte (doppia cifra sia in campionato che in Europe Cup nel 2018/2019), di recente in A con Varese e Trieste mentre a Torino (due stagioni fa) ha sfiorato la promozione in A. Nelle uscite stagionali finora va a referto con 15 p.ti, 4.5 falli subiti, 3.5 rimbalzi e quasi 2 assist per gara, segno che sa mettersi in proprio ma “vede” anche bene il gioco. Ottimo il 73% da due (segno che seleziona bene i tiri) ma, al momento, non vede il canestro da tre (appena 11% su quasi 5 conclusioni per match), che è comunque una sua specialità, per una combo-guard che ama prevalentemente attaccare il ferro (tanti viaggi in lunetta) e giocare in transizione. Buon impatto anche nella propria metà campo (2.3 recuperi di media). Di contro troppe perse, 3 ad uscita. Giocatore di sistema. L’altro straniero è il centro titolare, il croato Aleksandar Marcius (1990), ex Casale Monferrato, 3 stagioni in Spagna e le ultime due con la Stella Azzurra Roma. Lungo old style, con non tantissimi punti nelle mani ma di sicuro impatto in area colorata. Non ha raggio dalla distanza. Viaggia con 6.8 p.ti (62% da due, segno che prende tiri ad alta percentuale), 2 falli subiti, 5 rimbalzi. Discreto intimidatore d’area. Solido! Troviamo poi l’ala 36enne Brian Sacchetti che non ha certo bisogno di presentazioni, avendo giocato al piano di sopra per tanti anni (con Sassari ha anche vinto la Coppa Italia nel 2014 nonché conquistato il triplete l’anno successivo; poi le stagioni di Brescia), disputato inoltre le coppe europee (compresa l’Eurolega) e vestito anche la casacca della Nazionale. Dopo gli eccellenti anni da specialista di lusso, ha un po’ faticato a calibrarsi per un ruolo da protagonista. Può far male con la sua atipicità, giocando fronte a canestro contro avversari più lenti ed andando in post basso contro esterni meno fisici. Affidabile il suo tiro da fuori (con cui apre il campo), e grande sapienza nelle letture del gioco. Viaggia con 6.5 p.ti (40% da due), 4.3 rimbalzi, e mani celestiali (55% da tre, arma che usa più del tiro dalla media). Tira comunque poco dal campo, giocando di più per la squadra. Qualità ed esperienza! Atletismo in netto ribasso, di contro. Altro big, il play-guardia Marco Giuri (1988) che, dopo gli anni da specialista in A (Caserta, Brindisi e Venezia) e da protagonista con Udine, colpisce chirurgicamente col suo micidiale tiro da fuori. La doppia cifra è di casa e la specialità è, come detto, l’arco dei 6.75 (per lui il 47% su quasi 6 conclusioni), ma si fa apprezzare anche per la sua capacità di distribuire assist (3 di media finora). A referto anche con 10.7 p.ti e 3 rimbalzi a match. Tira poco dalla media e, rispetto al passato, si butta meno nel traffico e, così, i viaggi in lunetta sono rari. Il “quattro” Eric Lombardi (1993), ex Treviso, Biella e Napoli (promozione in A per lui), ha tecnica da “tre” ed atletismo non classificabile! La sua atipicità e velocità fronte a canestro può essere letale per i più lenti avversari. Devastante in transizione e nella lotta a rimbalzo, in generale pecca ancora di qualche ingenuità ma sta migliorando il suo senso tattico, gestendo meglio del passato le sue stratosferiche doti fisiche. Ogni tanto la mette anche da fuori, specialità dove è migliorato molto pur non essendo certo la specialità della casa. Le sue cifre: 8.8 p.ti (46% da due, 33% da tre), 2.3 falli subiti, ben 6.5 rimbalzi di media. Migliorabile dalla lunetta (63% stagionale). Poi il playmaker del 1998, ex Mantova, Lorenzo Maspero che non ha fisico da iron man ma fosforo in quantità industriale. Tira poco dal campo, prediligendo giocare per i compagni (2.5 assist di media), e finora ci ha preso dalla distanza (eccellente il 38% da tre, su più di 5 tentativi a match). La casella dei punti recita 6.5 a match ma il suo apporto non sempre si traduce nelle statistiche (il tutto in appena 17’ di parquet). Esile, così vederlo buttarsi nel traffico è raro. Energia! In roster, anche il “cinque” Davide Bruttini (1987), specialista in promozioni (ben tre consecutive con Torino, Brescia e Virtus Bologna). Grinta e determinazione nei pressi dell’area colorata. Assicura rimbalzi e presidia il canestro a dovere. Più pericoloso del passato in post basso, da lì lo stratosferico 77% da due. Ecco le sue statistiche stagionali: 6 p.ti e 4.5 rimbalzi per partita (specialista di quelli offensivi), in appena 18’ di utilizzo medio. Non ha raggio dalla distanza ed è poco incline a tirare fronte a canestro. Bravo invece a farsi trovare pronto sul pick and roll, bloccando e tagliando dentro e, più in generale, sugli scarichi dei compagni. Esperto ed ottimo difensore. Altro evergreen l’ala argentina, con cittadinanza italiana, Bruno Cerella (1986) che ha fatto lo specialista difensivo nei tanti anni di A, con l’Olimpia Milano e le tante stagioni a Venezia. Difficile per lui trasformarsi in protagonista al piano di sotto, ma conoscenza del gioco e ferocia (nonché lettura) difensiva da piano di sopra. Apporto che va ben oltre i numeri: 2.8 p.ti (33% da due, 33% da tre) e 1.5 assist a match. I 25’ di campo dimostrano che le statistiche contano fino ad un certo punto! Fuori dalle rotazioni l’ala del 2002 Soma Abati Toure.