Raccontare la stagione della Bertram non è impresa facile. In estate costruisce un team che ambisce legittimamente al grande salto. Poi le cose, però, nelle prime tre giornate di campionato, non sono andate come sperato ed a farne le spese è stato coach Lorenzo Pansa, sostituito in corsa da Marco Ramondino. Nel frattempo un ecatombe di problemi fisici, diversi giocatori “allontanati”, compresa la coppia U.S.A., e squadra con il cartello work in progress sempre ben in vista. Arrivano altri atleti, la nuova coppia di stranieri, forse meno talentuosa della precedente ma di certo più incline al basket professato dall’ottimo Ramondino, fatto di gioco controllato, ferocia difensiva e minuziosa organizzazione tattica che, da sempre, costituiscono il suo credo. L’inversione di trend c’è stata soltanto parzialmente, poiché trovare le giusta alchimia e l’equilibrio tattico non è certo semplice in una situazione in continuo divenire. Certo, i vertici della classifica appaiono ormai lontani ma, in linea con il roster a disposizione, è legittimo aspettarsi Tortona fuori dall’attuale terzultima posizione e, quindi, dalle zone davvero calde della classifica. Le recenti sconfitte, in casa contro Latina, e fuori con Scafati, hanno un po’ frenato la “rincorsa”. Ecco i singoli. La passata stagione è arrivato “in corsa”, ci riferiamo alla guardia Mirza Alibegovic (1992), decisivo due anni fa nella promozione di Brescia in massima serie, che ha poi calcato con le maglie di Torino e Capo D’Orlando. Nato negli Stati Uniti, ma di nazionalità sportiva italiana, nonché figlio del grande Teoman, è un esterno atletico e forte fisicamente che sfrutta queste doti per imprimere tanta energia sul parquet. Micidiale poi al tiro dalla distanza. È ormai entrato a pieno regime nei meccanismi tattici della squadra ed è colui cui affidarsi quando i giochi sono rotti. Le percentuali non sempre gli sorridono (41% da due, 38% da tre), poiché ama prendersi tiri ad alto coefficiente di difficoltà, in particolar modo da tre, specialità che ogni tanto forza (quasi 7 tentativi a match). Per lui 15.3 p.ti, 3 falli subiti, 4.2 rimbalzi e quasi 2 assist di media. Sul perimetro c’è anche il play-guardia Lorenzo Gergati (1984) che è un giocatore di “sistema”, che fa leva sul suo grande dinamismo che lo rende spesso devastante in uno contro uno. Non passa come un fine tiratore dalla distanza ma in questa prima parte di stagione la mette alla grande (36% dai 6.75). Per il resto 7.1 p.ti (44% da due), 2.1 falli subiti, 1.9 assist per gara. Si è anche trasformato in realizzatore quando le assenze lo imponevano ma, al momento, il suo minutaggio è in calo. Troviamo poi il tiratore Brett Blizzard (1980), con innumerevoli esperienze in Italia nelle fila di Cantù, Reggio Emilia, Virtus Bologna e, da ultimo, Casale Monferrato. Cecchino micidiale, che garantisce anche una buona dose di senso tattico e diversi assist per gara. Il tiro dai 6.75 è la specialità della casa (43% su quasi 4 conclusioni ad uscita), da sempre il suo marchio di fabbrica. Non è poi consigliabile spendere fallo su di lui nei momenti caldi del match, poiché è super preciso dalla lunetta (92% in stagione). Le sue cifre: 9.2 p.ti, 2.4 rimbalzi ed il 52% dalla media. Non c’è più la guardia U.S.A. Preston Knowles ma l’argentino, di cittadinanza italiana, Pablo Bertone (1990) che si è formato in NCAA ed ha calcato parquet importanti nella massima serie, come Pesaro (che ha “portato” alla salvezza nella scorsa annata, in doppia cifra di media) e Varese, con cui ha iniziato la presente stagione. “Vede” il canestro dalle posizioni dentro i 6.75, anche in avvicinamento al ferro, mentre fatica oltre l’arco. Non è certo uno che si fa pregare, ed i tanti tentativi (quasi 16 dal campo) ad allacciata di scarpe ne sono chiara testimonianza. Disarmante la sua capacità di “trovare” i compagni per un buon tiro, ed i tanti assist per partita (ben 5 di media) denotano come non sappia mettersi soltanto “in proprio”. Viaggia con 18.3 p.ti (eccellente il 60% da due, su oltre 11 tentativi), 2.1 rimbalzi ed un chirurgico 90% dalla lunetta. Male da tre, con appena il 23%. Nel pitturato “fuori” l’altro U.S.A. Justin Tuoyo, è stato firmato l’esperto lituano Tau Lydeka (1983) che ha girato prestigiose squadre europee, nonché giocato con le maglie del bel Paese di Cantù, Pesaro, Sassari e Brindisi, raggiungendo due semifinali scudetto ed una finale di Coppa Italia. Non ha qualità atletiche da saltatore ma la sua mole, ed un’eccellente tecnica in post basso, caricano di falli gli avversari e gli permettono di tirare da sotto con percentuali che toccano il 90%! Centro vecchio stile, esclusivamente spalle a canestro. Assicura 11 p.ti, 5 falli subiti e 5.3 rimbalzi per partita. In area colorata c’è sempre Luca Garri (1982) che garantisce qualità lì sotto. Il suo palmares è regale: 99 gare con la Nazionale, il Mondiale del 2006 e, soprattutto, l’argento olimpico ad Atene 2004. Si sta facendo sentire meno del solito sotto le plance, con prestazioni non sempre convincenti. Non è certo un vero e proprio intimidatore d’area, ma in attacco sa abilmente giocare sia spalle che fronte a canestro, dove si affida alla sua mano educata. Ci prova spesso anche da fuori, con risultati al momento inusuali (27% da tre). Va a referto con 5.9 p.ti (54% da due), 2.4 falli subiti e 3.8 rimbalzi ad incontro. Altro “piccolo” di spessore è il play-guardia del 1992 Gabriele Spizzichini, scuola Virtus Bologna ed ex Scafati. È un “soldatino” di qualità che mette scrupolosamente in pratica i dettami del proprio coach. Assicura difesa, dinamismo e duttilità tattica, ricoprendo tutti i ruoli sul perimetro. Bene dalla media (54% da due) mentre può migliorare al tiro dalla distanza (28% da tre), pur essendo principalmente un giocatore di sistema (5.9 p.ti, 2.1 falli subiti, 3.8 rimbalzi e 2.8 assist per volta). Non c’è più neanche la guardia Francesco Stefanelli (eroe del trionfo nella passata Coppa Italia) ma ad assicurare difesa e sostanza sul parquet troviamo l’ex Trapani Kenneth Viglianisi (altra aggiunta “in corsa”) che è un elemento di equilibrio per il sistema di Ramondino. Giocatore duttile (può ricoprire i tre ruoli “fuori”) anche se poco confortato dalle percentuali dal campo che, spesso, non gli sorridono (43% da due, 24% da tre). I suoi numeri attuali: 5.6 p.ti, 3 falli subiti e 3.2 rimbalzi a match. L’altro “granata” Gabriele Ganeto è l’ennesimo ad aver salutato mentre l’esperto “quattro” Klaudio Ndoja, 33enne albanese naturalizzato italiano, dopo iniziali vicissitudini fisiche, sta crescendo e, soprattutto, dimostrandosi specialista della categoria (due promozioni con le maglie di Brindisi e Virtus Bologna, con cui ha giocato anche al piano di sopra). La personalità è innata, ed il suo proverbiale tiro da tre (30% però in stagione, su quasi 5 tentativi) può “aprire” il campo alle incursioni dei compagni. Tabellino pieno per lui, con tanti rimbalzi e preziosi falli subiti (11.9 p.ti, 4.7 falli subiti, 6.1 rimbalzi ad allacciata di scarpe). Carismatico! Marco Lusvarghi ed Edoardo Buffo hanno dato tanto quando le rotazioni erano ai minimi termini ma al momento difficilmente si alzano dalla panchina.