Dopo lo sfortunato inizio di stagione (con il roster di fatto dimezzato dagli infortuni), alla “riconquista” delle posizioni che competono a Capo ci ha pensato come sempre coach Marco Sodini che, anche quest’anno, ha consegnato le chiavi dell’attacco a due americani da Coppe Europee che, di fatto, gestiscono circa la metà delle conclusioni dal campo della squadra. Le rotazioni ed il peso offensivo sono state aumentate in corsa, con l’arrivo di Marco Laganà ed il rientro di qualche infortunato di lungo corso, come Lucarelli. Il gruppo mediamente è davvero giovane. Proprio ai giovani è affidato il compito di colpire sugli spazi creati dalla coppia U.S.A. e dal nuovo arrivato Laganà. Ancora work in progress, ma il successo esterno in quel di Torino lascia pensare che i lavori sono a buon punto. I singoli. Il colpo di settembre è stato l’ala Tarence Kinsey (1984) che si è formato alla prestigiosa South Carolina e ha visto l’NBA per davvero, con Memphis (7.7 p.ti di media nel 2007) e Cleveland. Poi un incredibile carriera europea, tanti campionati vinti in Turchia col Fenerbahce, col Partizan Belgrado e l’Hapoel Gerusalemme. Ha giocato da protagonista anche l’Eurolega e l’Eurocup, chiudendole spesso in doppia cifra di media! È un esterno completo, con tiro, capacità di giocare in pick and roll e, soprattutto, mentalità vincente. Leader designato. Finora ha scritto 15.6 p.ti, 3.9 falli subiti, 5.4 rimbalzi e 2.4 assist a match. Così così da due (45%), molto più efficace dai 6.75 (40% in stagione). Sul perimetro l’innesto col botto, in corsa, è stato il talento di Marco Laganà (1993) che nella sua carriera è stato frenato esclusivamente dagli infortuni che gli sono occorsi. Devastante in campo aperto, in virtù di doti atletiche non comuni e dell’energia che getta sul parquet, in entrambi i lati del campo. L’1c1 è la specialità della casa ma garantisce alla squadra anche preziosi assist e le sue indubbie qualità di difensore. Pecca invece nella precisione al tiro, soprattutto da fuori. Ha giocato appena 5 partite, ma si è già preso la squadra! Per lui 19.6 p.ti, 7.2 falli subiti, 7.4 rimbalzi e ben 5.2 assist a match. Tirando dal campo con il 47% da due ed un rivedibile 15% da tre. Quasi 17 tentativi dal campo e tanti viaggi in lunetta per il “nuovo” americano di Capo! Unico neo, oltre 4 perse di media. L’esterno del 1996 Simone Bellan assicura invece lotta, rimbalzi ed una gran difesa sul miglior marcatore avversario, anche se i punti che porta in dote non sono tanti, nonostante un discreto tiro. I suoi numeri: 7.9 p.ti, 4.8 falli subiti, 3.6 rimbalzi e 2.2 assist per gara. Male al tiro, con il 40% da due, il 16% da tre ed un traballante 60% dalla lunetta. L’ala Jacopo Lucarelli (1996) è finalmente rientrato dal grave infortunio subito sul finire della passata stagione. Coach Sodini ha così riacquisito il suo tiro dai 6.75 ed, in genere, il suo contributo a tutto campo (buon apporto a rimbalzo) che erano cresciuti nel corso del trascorso campionato. Per lui 7.6 p.ti (50% da due), 2.2 falli subiti, 3.6 rimbalzi ad uscita. Finora un insolito, per lui, 31% da tre. Si è guadagnato il quintetto l’atletico 3/4 del 1998 Joseph Mobio che l’anno passato era arrivato in corsa ed aveva squillato a fasi alterne. Chiamato ora ad un ruolo da protagonista, le sue notevoli doti fisiche ed il buon tiro da fuori regalano buoni dividendi alla causa e, più in generale, mette in difficoltà con la sua dinamicità avversari più lenti. Finora 9.6 p.ti e 3.7 rimbalzi di media. Male però al tiro, 48% da due ed il 27% da tre. Migliorato dalla lunetta, con il 63%. Sa creare dal post alto, con quasi 2 rifornimenti per i compagni per gara. Il “cinque” è il super colpo Brice Johnson (1994), che splende alla prestigiosa North Carolina portandola ad un passo dal titolo nel 2016. Viene poi scelto col numero 25 al primo giro del draft 2016 dai Clippers ma un infortunio alla schiena ne frena l’ascesa. Ha scelto Capo per rilanciare la sua carriera ed il talento cristallino è tutto lì, da ammirare. Terminale offensivo principe della squadra, può giocare anche da “quattro” per via di tecnica ed atletismo da ala pura. Sta facendo più che bene in attacco ma ogni tanto difetta di grinta e determinazione nei pressi dell’area colorata. Assicura comunque rimbalzi in doppia cifra e presidia il canestro grazie a gambe alla dinamite. Le sue statistiche finora: 17.7 p.ti (49% da due su quasi 15 tentativi), 3.2 falli subiti e ben 11.1 rimbalzi per partita. Tira poco da tre ma con buoni risultati (40%). Qualche palla persa di troppo ma, di contro, quasi 2 assist a match, segno che “vede” bene il gioco. Sul perimetro troviamo poi la guardia Lorenzo Querci (2001) che proviene dal settore giovanile di Pistoia ed è nazionale di categoria. Considerato uno dei migliori prospetti del nostro basket, sta sfruttando alla grande spazi forse non preventivati. Talento, tiro, capacità di creare dal palleggio e atletismo di primo livello si stanno traducendo in numeri importanti: 6.3 p.ti, 47% da due, 27% da tre (in calo rispetto ad inizio stagione), 1.7 rimbalzi ed 1.9 assist di media. Un po’ timido in uno contro uno (da lì i pochi falli subiti). Ha fatto meglio nelle prime uscite. Investimento pluriennale per il playmaker del 2000 Matteo Laganà che, cresciuto tra Reggio Calabria ed il settore giovanile dell’Olimpia Milano, quest’anno aveva le chiavi della squadra, prima di infortunarsi alla spalla. Al momento out. Regista d’ordine che pressa il portatore di palla avversario e gioca per i compagni, concludendo tanto da fuori (36% da tre su quasi 6 tentativi ad uscita). Male invece da due (20%) e dalla lunetta con un orribile 43%! Mancheranno anche 8.6 p.ti, 2.6 falli subiti, 4.4 rimbalzi e 3 assist per partita. Tanti minuti (quasi 15’) per il pivot del 1999 Andrea Donda che, con i suoi 210 cm, è chiamato a dare sostanza nel pitturato. Il suo notevole impatto fisico si traduce a referto con 2.4 p.ti (37% da due), 3.9 rimbalzi di media ed un preoccupante 48% ai liberi. Oltre 10’ di media per Giancarlo Galipò, playmaker del 2000, e Lorenzo Neri, 2/3 del 2001, che hanno dato un contributo d’energia alle rotazioni nella fase di emergenza ed ora vedono il campo decisamente meno.