Coach Devis Cagnardi in estate ha costruito un roster “leggero”, votato alla transizione, con diversi atleti pronti a sfruttare la loro atipicità. Certo, in pochi si sarebbero aspettati un campionato di vertice, certificato dalla costante posizione tra i primi posti della classifica, nonostante un budget di certo non esagerato. La meticolosa applicazione difensiva è poi il marchio di fabbrica che garantisce la necessaria sicurezza quando la fluidità offensiva non è delle migliori. Finora la Moncada è l’assoluta sorpresa del girone Ovest. Ecco i singoli. Il playmaker è il 1996 Giovanni De Nicolao che proviene dalla prestigiosa esperienza formativa, triennale, in NCAA con University of Texas San Antonio, allenato da Steve Henson. È un regista che non monopolizza il gioco, di “sistema”, dedito prioritariamente a difesa e costruzione del gioco. Pur capace di “vedere” il canestro, come dicono i suoi numeri, vicini alla doppia cifra nella casella dei punti. Garantisce qualche rimbalzo e quasi 4 assist a match. Dal campo bene dalla media mentre fatica da fuori (con circa il 20% da tre). Mani leste, con più di due recuperi per uscita. Gambe alla dinamite ed atletismo da piano di sopra! Sul perimetro troviamo il rookie 23enne Christian James che nell’anno da senior ad Oklahoma ha chiuso con 15.6 p.ti oltre 6.2 rimbalzi di media. Ha grande fisicità ed un impatto forte a rimbalzo, oltre ad avere un istinto per il canestro che lo rende anche un eccellente realizzatore. Finora numeri da MVP, “ventello” di media, sfiora i 4 falli subiti, i 5 rimbalzi e garantisce anche più di 2 assist ad allacciata di scarpe, a dimostrazione che sa giocare anche per la squadra. Conclude da tre con eccellenti medie attorno al 40% e dalla media non scende mai sotto il 55%. Lorenzo Ambrosin (1997) è stato pescato nell’estate del 2017 in serie C ma ormai ha scalato le gerarchie ed, oltre ad assicurare un buon apporto offensivo, garantisce una decisiva mano sia a rimbalzo che in difesa. La doppia cifra di media è ormai una consuetudine, nonostante siano di certo migliorabili le percentuali dal campo, sia da due (intorno al 40%) che dalla distanza (fatica a superare il 30%, va detto su oltre cinque tentativi di media), specialità di cui ogni tanto abusa. Può portare anche palla. Duttile. L’ala forte è, dopo la parentesi a Biella, Albano Chiarastella (1985) che è ritornato a “casa” e riveste alla perfezione il ruolo di “quattro” atipico, prediligendo il gioco fronte a canestro. Così facendo, porta i lunghi avversari lontano dall’area colorata, in terre a loro meno congeniali. Non è certo un intimidatore d’area ma fa valere con astuzia le sue doti tecniche da esterno puro. Le sue cifre sono in crescita (circa 7 p.ti di media), confortato dalle percentuali (ben sopra il 50% da due, vicino ad un ottimo 40% da tre), mentre la presenza a rimbalzo è innata. Preziosa poi la sua abilità nel fornire assist ai compagni, che spesso lo “trasformano” nel ruolo di regista occulto della squadra (quasi 3 ad uscita). Sotto canestro troviamo l’atletismo di Tony Easley (1987), che è un lungo “leggero” ma tremendamente verticale, che presidia a dovere l’area colorata, dove non di rado gli avversari sono costretti ad alzare le parabole di tiro per sfuggire alle sue proverbiali stoppate. In attacco predilige il gioco in post basso e le tante schiacciate a referto si traducono nello sfiorare addirittura il 70% da due. Con le “doppie doppie” ha una notevole confidenza, ed in tal senso gli viene incontro la specialità della casa, ovvero i rimbalzi catturati al piano di sopra. Vede anche bene il gioco, con oltre 2 assist per volta. Male dalla lunetta, dove gravita attorno al 50%. In crescita poi la guardia Simone Pepe (1993) che il canestro ha dimostrato negli anni di “vederlo”, confermandosi buon realizzatore, capace di trovare punti anche nelle situazioni più complicate e, spesso, fuori equilibrio. Il tiro dalla distanza è la specialità della casa! 35% dai 6.75 su più di sei tentativi ad incontro. Buona mano inoltre a rimbalzo nonché nei rifornimenti ai compagni. Per lui anche diversi falli subiti di media, a dimostrazione che non è certo soltanto un tiratore. Discontinuo ma la doppia cifra se la porta da casa! Il lungo Paolo Rotondo (1989) è sceso sotto i 10’ di campo, ma garantisce il suo contributo d’esperienza e di sostanza nel pitturato. Pochi punti ma percentuali sopra il 50% da due. Spazio anche per Giovanni Veronesi (1998), “due/tre” di grande prospettiva che chiamato in corso a sostituire Edoardo Fontana accasatosi a Fabriano. Più di 10’ di parquet per il “quattro” del 1998 Samuele Moretti che a Montecatini Terme è stato una delle rivelazioni della scorsa B, nonché uno dei migliori rimbalzisti della categoria. Non tanti punti alla causa ma percentuali stratosferiche (75% da due), qualche rimbalzo e, di contro, un orribile 31% dalla lunetta. Completa infine l’organico il playmaker del 1998 Giuseppe Cuffaro che finora ha trovato poco spazio nelle rotazioni.