Era il 28 giugno del 1998 quando un giovane Francesco Venza viene ingaggiato da Capo d’Orlando come dirigente. Da allora sono passati diciotto anni e altrettanti campionati, caratterizzati dalla più classica altalena di gioie e dolori sportivi. La doppia promozioni dell’Orlandina dalla C1 alla B d’Eccellenza (1998-2000), poi il salto in Legadue (2001), il ritorno in B d’Eccellenza (2003) e la nuova scalata verso, stavolta, la serie A (2005), con una ferita ancora aperta: l’esclusione dalla massima serie al termine del campionato (da play-off) 2007-2008. “Rileggere gli articoli di giornale di allora mi lascia ancora l’amaro in bocca“, ammette l’oggi direttore generale di Capo d’Orlando.
“Quella in cui sono arrivato era una un’Orlandina fatta di tanto volontariato, del sostegno di tanti amici che davano una mano ad una società che per la prima volta si affacciava ad un campionato nazionale e cercava d’ingaggiare dei “professionisti” tra la dirigenza. Sono entrato durante i primi due anni della proprietà del presidente Enzo Sindoni, arrivando da Trapani mia città natale, dopo alcuni anni trascorsi in Sicilia, tre anni fatti nelle Marche e due in Toscana“.
Venza entra nello staff grazie alla promessa mantenuta da coach Maurizio Cucinotta, tecnico dei paladini in C1. “Ero andato a vedere la partita tra Paceco e Orlandina – racconta – ci conoscevamo, ci siamo salutati e al termine della partita lui mi disse che se avesse vinto il campionato mi avrebbe fatto una telefonata. Mantenne il suo impegno. Dalla sua parola nacque una prima chiacchierata con Sindoni“. “Qui non ci sono problemi” disse il presidente proprio a Venza quando il dirigente specificò di non riuscire a far durare un mandato per più di due anni. Nacque comunque l’accordo: “Da allora ne sono passati diciotto anni – ricorda il dg paladino – ormai ho messo radici a Capo d’Orlando, sono arrivato single e ora sono felicemente sposato, non mi vedo a lavorare da nessun’altra parte. Non è solo una questione di età, questo compito si può svolgere bene anche per un tempo più lungo, vale per noi l’esempio di Santi Puglisi che hanno smesso la sua attività a 70 anni“.
L’Orlandina aprirà con la prossima stagione il suo terzo anno consecutivo in serie A, una permanenza guadagnata con tanto sudore. “Tutte le permanenze in A hanno comunque grandi sapori – ha evidenziato Francesco Venza – danno benessere concedendoti la sensazione d’aver svolto per intero il tuo compito. Anche quest’anno Capo d’Orlando è riuscita a battere la formazione campione d’Italia (Olimpia Milano) e quella che le ha conteso lo scudetto (Reggio Emilia). Siamo una società in continua crescita, che ha raggiunto ottimo livelli grazie a chi si è occupato negli anni del marketing e della comunicazione. Senza dimenticare la crescita di Peppe Sindoni, il nostro direttore sportivo, che con il tempo ha sviluppato una padronanza importante nel suo ruolo“.
Nessun volo pindarico per uno dei pilastri della società biancazzurra, nonostante l’Orlandina sia ormai una realtà rispettata in tutti i palazzetti d’Italia.
“Puntiamo a mantenere il titolo con sempre maggiore autorità, con sapienza e consapevolezza sulle nostre capacità e i nostri mezzi. Non faremo mai follie da un punto di vista economico perchè il nostro territorio rimane limitato, nonostante stiamo raccogliendo l’interesse di prime aziende estere, una su tutti la Betaland. Capo d’Orlando ci ha dato tanto e noi continueremo a dare tanto a questa città“.