Il giornalismo dedicato alla pallacanestro a Capo d’Orlando si tinge di rosa.
Da circa due settimane, su Antenna del Mediterraneo, è iniziata la stagione di Mis(s) match! approfondimento dedicato alla pallacanestro condotto da Maria Elena Caliò. Maria Elena è la prima donna ad aver messo d’accordo tutti, meritando la conduzione del programma; un format nuovo nel nome, ma di fatto erede di Terzo Tempo, dunque della programmazione dedicata alla pallacanestro affidata al compianto Sergio Granata, collega scomparso prematuramente a maggio di quest’anno.
Da dove nasce l’idea di Mis(s) match! Immaginiamo la redazione fosse fatta per lo più da uomini, come sei riuscita a mettere d’accordo tutti per dare una svolta al femminile?
“Intanto ci tengo a ringraziare la redazione di Sicilia Basket perché, per la prima volta in vita mia, mi trovo a rispondere a delle domande invece che a farle. Fin dal mio arrivo ad Antenna del Mediterraneo, nel 2016, ho sempre collaborato con Terzo Tempo, la storica trasmissione dedicata al basket, con servizi e contributi. Qualche settimana fa c’è stata una convergenza comune, condivisa da tutti, sulla scelta di affidare a me l’incarico di proseguire il programma dedicato al basket. Mis(s) Match è nato dall’idea di dare un’impronta immediatamente nuova al programma, già dal nome. Terzo Tempo esisteva ormai da troppo, e sarebbe stato più complicato far accettare ai telespettatori una donna alla guida di una trasmissione storicamente condotta da uomini. Mis(s) match, giocando sul termine cestistico, ma dando una connotazione femminile già dal titolo, nasce sì con l’obiettivo di approfondire gli aspetti che riguardano il basket giocato, ma anche per far conoscere meglio e da vicino i protagonisti della pallacanestro a Capo d’Orlando e non solo”.
Donne & basket, che rapporto c’è secondo te oggi in Sicilia tra “la spicchia” e le donne?
“Questa è una bellissima domanda. Sulla mia pelle ho sempre vissuto la diffidenza di uomini che stentano a fidarsi delle competenze di una donna in ambito sportivo. Come in ogni altro campo alle donne serve fare le cose due volte meglio degli uomini per dimostrare le proprie capacità ed essere giudicate brave. “Per fortuna non è difficile”, diceva una politica canadese. Il basket è sempre stato parte di me: già da piccola mio padre mi portava con lui al PalaValenti a vedere l’Orlandina, quando a giocarci erano Alessandro Fantozzi, Marco Caprari e Lollo Bortolani, da allora la palla a spicchi e i colori biancoazzurri mi si sono cuciti addosso e hanno fatto quotidianamente parte della mia vita. Ho iniziato a fare i primi passi sul parquet all’età di cinque anni, con coach Maurizio Cucinotta, e ho smesso solo a 19. Tutta l’adolescenza l’ho trascorsa in mezzo ai maschietti e anche lì, tra pregiudizi e diffidenza: ero rimasta praticamente l’unica ragazza a fare basket, e mentre i ragazzi partecipavano ai campionati e giocavano ogni settimana, io finivo a scrivere i referti delle loro partite. Finalmente, quando ho compiuto 16 anni, a Capo d’Orlando è iniziata una breve esperienza di basket femminile, e con due anni di Serie C e uno di Serie B si è chiusa la mia carriera cestistica. Ora faccio tutt’altro: nel 2011 ho iniziato a scrivere di Orlandina e da quattro anni faccio parte dell’Ufficio Stampa della società. Quest’anno parlerò ancora di Orlandina e di tutto ciò che sta attorno alla società, ma anche di altre squadre e categorie, che per fortuna nel nostro territorio non mancano”.
Prendi di fatto il testimone di Sergio Granata, giornalista che a Capo d’Orlando non verrà mai dimenticato. Come ti senti?
“Oltre ad essere un onore, è per me un’enorme responsabilità e la sento tutta sulle spalle. Quando a ottobre del 2018, dopo due anni di stop, Sergio ha ripreso in mano la conduzione di Terzo Tempo, ha da subito chiesto la mia collaborazione nella preparazione del programma, portandomi diverse volte come ospite in studio, dandomi indicazioni e suggerimenti sui tempi televisivi e sugli argomenti da trattare.
Sono felice di aver avuto la possibilità di lavorare a fianco a lui per sei anni, di aver potuto imparare dal migliore, e tutto quello che mi ha insegnato lo porterò sempre dentro di me come la cosa più cara che ho. Avrei preferito che fosse ancora qui, per chiedergli consigli, per farmi aiutare e guidare in una esperienza per me nuova. Ma so che, ovunque si trovi, lo fa già, e spero che sia orgoglioso di me”.
Siciliabasket.it oggi è diretto da una donna. La nostra speranza è che le “quota rosa” crescano, in ogni ambito d’interesse al nostro sport. Il più grande in bocca al lupo a Maria Elena!