JustMary Messina Peppino Cocuzza, società promossa dalla Serie D lo scorso anno, è campione di C Silver. Trascorsa una settimana dalla vittoria della finale regionale, la formazione del presidente Carmelo Caruso e allenata da coach Beto Manzo può già pensare al primo appuntamento della Fase Nazionale, ma che stagione è stata quella disputata negli ultimi mesi?
“Siamo stati dentro una lavatrice – spiega coach Beto Manzo – a settembre avevamo idee chiare, che abbiamo cercato di mantenere ad ottobre quando ci hanno chiuso e abbiamo scelto di mantenere l’impegno preso con i nostri giocatori. Specialmente per i minorenni questa decisione è stata importante, ma così facendo è stata data a tutti la possibilità di non viaggiare e restare sicuri in un periodo di crisi sanitaria. Alla ripresa degli allenamenti tutto è stato svolto in sicurezza riuscendo nell’obiettivo di mantenere la condizione fisica e tecnica. La nostra squadra è composta da giovani su cui la società vuole puntare, per cui ha acquisito anche il cartellino, dei 2002-2003 che vogliamo fare crescere“.
La Brexit ha rimodulato il mercato e il gioco della JustMary, squadra che non ha mai fatto una piega, inoltre, di fronte le osservazioni che la indicavano formazione vincente perché ricca di giocatori stranieri.
“L’uscita della Gran Bretagna dalla comunità europea ci ha imposto la rinuncia ad un giocatore su cui avevo costruito il gioco della squadra. Rispettando il budget e senza strafare siamo intervenuti sul mercato in tempi veloci. Molti credono che la JustMary abbia fatto spese pazze quest’anno, ma non è così. Abbiamo anche rinunciato a giocatori fuori budget contrattualizzati poi da altre società del nostro campionato. Sulla dialettica “giocatore siciliani o stranieri” rispondo – aggiunge il coach – che in queste circostanze l’opinione non dovrebbe mai diventare critica dell’operato degli altri. Una squadra non si giudica dai passaporti o dal colore della pelle dei giocatori, ma dal rispetto che fa delle regole che ci sono imposte. Se la squadra è stata costruita nel rispetto della legge non c’è altro d’importante. L’anno scorso a Barcellona l’ossatura dei giocatori era tutta Italiana, quest’anno noi da società giovane siamo dovuti partire da zero. Chi critica la presenza di giocatori stranieri nelle squadre altrui, spesso ha già vinto con giocatori stranieri nella propria“.
Coach come si riconosce un allenatore vincente?
“È il professionista che fa parlare il campo ed è soddisfatto per la crescita compiuta dai giocatori che ha allenato. Se i miei giocatori firmano per una categoria superiore o contratti più remunerativi io sono soddisfatto. Negli ultimi tre anni sono riuscito a vincere due campionati e di questo posso essere felice, ma la soddisfazione sta nel mondo in cui siamo riusciti tutti a far parlare a nostro favore il campo. Con i miei ragazzi di oggi l’obiettivo sarà crescere fino all’ultimo giorno di allenamento disponibile. Questo obiettivo non è solo dei giocatori, ma per tutto lo staff. Il nostro assistente allenatore Claudio Pizzuto quest’anno ha fatto il passaggio mentale da giocatore ad allenatore, ha imparato a comportarsi e gestire le situazioni. Ha fatto un grande lavoro da vero assistente dentro lo spogliatoio. Salvatore Cannata il nostro preparatore fisico non ha smesso mai di seguire i ragazzi, da Milano ha fatto di tutto per essere domenica con noi e partecipare alla finale“.
Il primo step della fase nazionale è lo spareggio con la Sardegna.
“Esperia Cagliari è composta da tanti giocatori locali che si conoscono bene, la squadra ha ben chiari ruoli e punti di riferimento, è aggressiva e intensa. Giocheremo partite di andata e ritorno che richiederà fattore fisico ed emozionale. La palla è tonda – evidenzia Beto Manzo – andremo lì per fare il nostro meglio pensando solo a quella partita. Penso sarà una sfida belle e intrigante“.
Come sperimentato da altre formazioni siciliane, la Sardegna non è terra agevole da raggiungere. Con costi di biglietteria importanti per una realtà nazionale e ancor di più per una regionale.
“Questo appuntamento poteva essere organizzato provando a capire meglio le situazioni che stanno caratterizzando il movimento. Capisco il ritiro di alcune squadre ha chiesto una rimodulazione, ma non giocare in campo neutro ha chiesto un esborso sproporzionato rispetto alle spese che erano state programmate nei mesi scorsi“.