Dopo 32 anni di onorata carriera, Deborah Bruni si toglie la maglia da giocatrice e indossa quella nuova da ambiziosa allenatrice. Insegnante di pilates, personal trainer, mamma, moglie e atleta professionista nella vita, guardia romana classe 1972, ha fatto la differenza nel suo ruolo fino in massima serie, dando esempio dentro e fuori dal campo, con dedizione, umiltà, tecnica e passione. Nella stagione 2016/2017 la svolta. Deborah proverà adesso a fare la differenza oltre il perimetro di gioco, in panchina, alla guida della sua giovane Rainbow.
Ha indossato maglie storiche della pallacanestro femminile, come quelle della Cestistica Marino in A1, in A2 con Riano e Anagni, per poi sbarcare in Sicilia, dove ha messo radici come scelta di vita. Ha fatto da protagonista nella Costa Catania sempre in A2, nell’Augusta, nell’ Elefantino, nella Palmares, nella Lazur in B, fino alla stagione passata nella Rainbow Catania in C. Promozioni raggiunte ben cinque in totale. Tra queste due di rilievo rispettivamente con la Cestistica Marino dalla B all’A2, e con la stessa squadra, l’anno successivo, in A1. Il suo nel basket femminile è un esempio da seguire per le nuove generazioni e un punto di riferimento per le vecchie, che hanno camminato con lei. Adesso il giro di boa, per scelta, con i colori rossoazzurri della società catanese.
Con la stessa determinazione che le ha permesso di raggiungere tutti i traguardi personali fino ad oggi, inizia così il suo nuovo viaggio a spicchi.
Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?
“Mi aspetto un anno di fatiche. ma anche di soddisfazioni“.
Che emozioni ti dà allenare le ragazze che fino all’anno scorso condividevano con te il campo?
“Loro sono le mie ex compagne e hanno fiducia nei miei confronti, stanno lavorando duro atleticamente“.
Quanto è importante la fiducia nelle proprie atlete e nei propri mezzi?
“Tutto lo staff mi sta dando fiducia e serenità’ senza pressioni“.
Quali sono i tuoi obiettivi di quest’anno?
“Siamo consapevoli dei nostri limiti, ma un passetto alla volta miglioreremo“.
Come mai la tua scelta di allenare?
“Ho sempre avuto l’attitudine ad allenare ed in passato l’ho già fatto, sapevo che appese le scarpette al chiodo, questa sarebbe stata la scelta più ovvia“.
Hai avuto un coach in passato in particolare che non dimenticherai mai?
“Ho avuto grandi allenatori: Lo Giudice, Pennacchia, Timolati, Danzi, Di Piazza, Catanzaro, Coppa (anche se per un breve periodo) e da ognuno ho imparato qualcosa“.
Hai una scuola alla quale ti ispiri o ti porti in panchina la tua esperienza personale acquisita dalla tua carriera e ne fai una guida preziosa?
Un ultimo pensiero?
“Ringrazio le mie dirigenti, che ovviamente sono anche le mie amiche e che mi supporteranno e mi sopporteranno in questa stagione. Non ultimo il presidente Ferlito“.