Per il secondo anno consecutivo si manca la semifinale ma stavolta la sfortuna si è accanita contro la Libertas anche più della scorsa stagione quando l’eliminazione nei play-off venne sancita da un tiro libero mancato e da un’assurda tripla degli avversari. Anche nelle ultime 24 ore, per il quintetto di coach Ferrara, è stata rinnovata la lunghissima sequela di infortuni e assenze che andava avanti da almeno tre mesi.
Ieri a Capo d’Orlando la squadra infatti ha perduto via via Lollo Genovese per squalifica, Dario Dragna nella nottata per un violento virus intestinale che lo ha mandato in ospedale e Federico Manfrè per infortunio alla caviglia dopo pochi minuti di gara 3. Nessun’altra squadra, certamente, avrebbe retto al forfait di tre elementi determinanti. Ma non finisce qui perché Alcamo era già priva di Vukoja e con Ciccio Genovese e Nicosia scesi in campo in non perfette condizioni fisiche.Più di questo, contro una squadra che ha pressato e messo intensità per almeno 38 minuti, forse non si poteva fare. Magari qualcosina in più come approccio caratteriale e capacità di “mordere” ma le ultime vicissitudini, sia chiaro, avrebbero messo moralmente KO anche un elefante.
Il primo periodo vede comunque la Libertas contrastare gli avversari centimetro per centimetro, spesso costringendoli ad incappare nei 24 secondi. Le bombe di Nicosia e Manfrè danno entusiasmo alla squadra che chiude avanti di due lunghezze ma che deve fare subito i conti con l’infortunio a Manfrè che non metterà più piede in campo per tutto il secondo periodo. I “paladini” riprendono le ostilità con un micidiale 14 a 0, coach Ferrara dopo il time-out prova a mischiare le carte ma le sue risorse in panchina, per dare nuova linfa, si chiamano Piarchak e Farina. La Libertas sembra al capolinea ma due strepitose bombe di Ciccio Genovese le ridanno un po’ di ossigeno. E’ però l’ultimo sussulto per gli alcamesi che al termine del terzo periodo scivolano a -24. Rientra in campo Manfrè che stoicamente stringe i denti ma che ha una ridottissima mobilità. Commovente il capitano Dario Andrè che lotta, suda, protesta nelle dovute maniere e trova anche la forza, a “soli” 44 anni e al termine di una lunga stagione, di andare ancora una volta in “doppia doppia”: 12 punti, 14 rimbalzi e varie stoppate.
L’Orlandina Lab continua a pigiare sull’acceleratore anche nell’ultimo quarto rispettando la sportività e smentendo quei facili profeti che parlavano di un disinteresse dei paladini a ottenere la semifinale.
Finisce 82-50 e l’amarezza, più che per le impossibili condizioni con cui Alcamo ha giocato la gara più importante della stagione, sta probabilmente in alcuni black-out nella stagione regolare. Sarebbe infatti bastata una sola vittoria in più e la Libertas avrebbe avuto il fattore campo favorevole. Se a ciò si aggiunge cosa è accaduto negli ultimi 20 secondi del match interno con la Torrenovese, ecco che anche il secondo posto poteva essere raggiunto. Termina comunque una stagione positiva che ha visto sognare i sostenitori alcamesi soprattutto nel girone di andata, prima che la “dea bendata” decidesse di voltare le spalle e anche con particolare accanimento.
Orlandina Lab – Libertas 82-50 (14-16, 37-26 [23-10], 63-39 [26-13], 82-50 [19-11])
CAPO D’ORLANDO: Giacoponello, Raví 8, Lo Iacono, Carlo Stella 12, Galipó 8, Triolo 8, Starvaggi ne, Klanskis 9, Longo 6, Ioppolo 5, Fazio 5, Okljievic 21. Coach: Brignone.
ALCAMO: Farina 2, Nicosia 5, André 12, Piarchak 6, Manfré 9, Accardo, Genovese F. 10, Tagliareni 6, Alfano. Coach: Ferrara