C SILVER. Eagles Palermo, il patron Salvo Rappa scuote la squadra : “E’ uno di quei momenti in cui bisogna guardarsi negli occhi”

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Salvo Rappa e coach Flavio Priulla
Il presidente palermitano Salvo Rappa e coach Flavio Priulla

Riportiamo integralmente la nota diffusa questa sera dal presidente dell’Eagles Palermo Salvo Rappa, in cui riflette sulle difficoltà vissute attualmente dal gruppo affidato a coach Flavio Priulla.

Devo premettere che lo scorso anno, ad esclusiva mia responsabilità, abbiamo iniziato con notevole ritardo sia nella composizione della squadra, sia nella data di raduno e inizio allenamenti. Quest’anno fortunatamente le premesse sono state completamente soddisfatte, ogni scelta relativa al roster ben ponderata, al punto che ci siamo potuti permettere il lusso di iniziare la preparazione addirittura prima di qualche serie B.

Una preparazione dura e meticolosa, al punto che sono dovuto intervenire personalmente per chiedere due giorni di pausa per gli atleti che, a tratti, ho visto stremati dai carichi di lavoro a cui sono stati sottoposti.

Personalmente, ho avuto la possibilità di seguire tutte le quattro partite disputate fin qui e, sinceramente, pur non volendo commettere l’errore di analizzare l’aspetto tecnico, qualche preoccupazione è lecito provarla.

Di contro, ho apprezzato il fatto che nelle sconfitte le nostre persone hanno retto l’urto con la consueta professionalità: mai un accenno ad eventuali torti subiti (la più facile tra le way out disponibili nell’ambiente), mai un sorriso perso. Contro Catania ho visto applaudire Teo ed i suoi compagni, ho visto rivolgere complimenti sentiti all’avversario, ho visto l’Aquila che ho sempre conosciuto. E di questo non posso che essere grato ed al tempo stesso fiero.

Guardando alle due sconfitte del campo, invece, ho visto soprattutto due avversari eleganti e volitivi, due squadre (nel senso stretto della parola), ma al tempo stesso ho visto gente che si è costantemente cercata, aiutata, sostenuta vicendevolmente. Ho visto voglia, ma anche mentalità operaia. Ho visto individualità, a tratti, ma soprattutto collettivo! Ho rivisto Gottini, sempre immenso, ma anche Consoli, Abramo, Florio e mi scuso con gli altri di cui non ricordo il nome, ma che dovrei ugualmente citare.

E poi ho visto noi…ho visto una squadra che sa di essere forte, poco umile, poco propensa a risolvere tutti insieme i problemi della squadra. Ho visto individualità, soprattutto, che in due partite ci hanno permesso di vincere e nelle restanti due non sono bastate.

Io non so se questa è realmente una fase critica o è semplicemente una fase in cui occorre solamente efficientare la macchina, ma posso dire che è uno di quei momenti in cui bisogna guardarsi negli occhi e tirare fuori le energie positive che possono portare a vincere un rimbalzo in più, a non sbagliare sottomano facili, ad aiutare il compagno battuto, ad ottimizzare le percentuali di tiri liberi, a non distrarsi con proteste e quanto altro concorre a determinare la sconfitta.

Il coach fortunatamente ha l’esperienza per risolvere al meglio e tutta la nostra fiducia per dare la continuità che serve per arrivare al traguardo.

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