Niente luce in fondo al tunnel. Adrano resta imprigionato nelle sue paure, uno spirale di buio dal quale i cestisti adraniti non riescono proprio a venirne fuori. Con Acireale arriva la nona sconfitta su dieci gare, la quinta consecutiva in casa. Vero che la dea bendata si è accanita prepotentemente sugli adraniti (oltre ad Alescio, fuori anche D. Bascetta per una lesione muscolare) ma queste difficoltà dovevano trasformarsi in energia positiva e in rabbia agonistica. Diciamo subito che sarebbe ingeneroso e intellettualmente disonesto pensare, come spesso avviene in questi casi, che il responsabile sia solo coach Bonanno. Sarebbe semplice mettere in croce un coach che le sta provando tutte per raddrizzare la situazione. La società conosce il valore, la professionalità e la serietà del coach e la stima e la fiducia nei suoi confronti sono e resteranno immutate. Gli stranieri, bacchettati dal pubblico per i continui e snervanti individualismi durante i match, non stanno rispettando minimamente le aspettative, danno l’impressione di giocare solo per sé stessi e per le statistiche individuali e questo ha una logica conseguenza e cioè quella che sono sconnessi e distaccati dal gruppo, storico, dei locali, gli unici che stanno sputando sangue per uscire dalla crisi.
La società non è assolutamente soddisfatta del contributo dei nuovi, su tutti il Ds Vincenzo Castiglione, e a breve il roster a disposizione di coach Bonanno sarà rivoluzionato. La forza di Adrano, in questi anni, è stato sempre e solo quel senso di appartenenza alla squadra, alla maglia, all’ambiente che il gruppo storico (una famiglia, amici fraterni dentro e fuori il campo) ha sempre avuto e continua ad avere anche nelle difficoltà. Alcuni di loro, Ricceri e Mauro Bascetta, stanno giocando con problemi fisici pur di aiutare la squadra. Ecco il senso di appartenenza. I primi a starci male per i risultati che non arrivano sono loro. E da loro ripartirà la rivoluzione e la risalita in classifica perché loro sono un valore insostituibile per questa squadra. Con i rientri in squadra di Aronne Alescio, Dario Bascetta e a gennaio di Giorgio Leanza, altro pezzo fondamentale del gruppo storico, più qualche innesto sul mercato, questa squadra svolterà e su questo la società non ha dubbi. I nuovi, questo mantra, questo spirito di gruppo, non lo hanno capito. Chi viene ad Adrano deve sapere e mettersi in testa che il gruppo vale più di qualunque eccesso di protagonismo e individualismo. Il clima alla Tenso ieri è stato al limite del surreale. Pubblico silenzioso nei primi 2/4 del match per protesta, dopo la pausa lunga è arrivato l’incoraggiamento alla squadra ma a fine gara anche i fischi soprattutto per gli stranieri. Acireale ha giocato una partita scolastica approfittando delle amnesie difensive degli adraniti trovando il canestro con irrisoria facilità. Non che gli acesi in difesa siano un fortino inespugnabile ma comunque hanno “difeso” meglio di Adrano. Nel primo parziale parte meglio Acireale, Adrano però non fa scappare gli acesi i quali, però, trovano un break di 0-4 negli ultimi secondi andando in vantaggio sul 19-23 alla prima serena. È nel secondo che Acireale, con i canestri a giro di Berzins, Panebianco, Patanè e Tumpa, scava quel solco di 10-13 punti che gli adraniti non riusciranno più a rimontare. Il parziale dirà 18-27 e 37-50 al riposo. Cinquanta punti incassati in due quarti, troppi per pensare di vincere la partita. Nel terzo, la Tenso inizia a incoraggiare la squadra che parte con un parziale di 4-0 e con una migliorata intensità ma Acireale dopo un primo momento di difficoltà si riassesta e penetra facilmente tra le maglie difensive larghe degli adraniti. Parziale di 17-18 e al terzo suono Adrano è sotto di 14 (54-68). Nell’ultimo quarto, gli adraniti arrivano ad accorciare fino al -10 prima che una serie di errori consentano agli acesi di piazzare un break di 0-10 che chiude la gara. Negli spiccioli di gara, Adrano trova la retina ma ormai la gara era compromessa. Finisce 79-90. E domenica alla Tenso arriva la co capolista Ragusa. Una nota di merito a Peppe La Manna, 15 anni, adranita doc cresciuto nel nostro settore giovanile che ha giocato una bellissima partita incarnando in toto lo spirito dell’Adrano Basket.