Chi di noi da piccolo non ha sognato di diventare un atleta professionista? Se facessimo questa domanda, 9 persone su 10 risponderebbero di aver sognato tante volte a occhi aperti di vestire la maglia della Nazionale, di vincere un titolo importante, oppure di segnare un canestro sulla sirena. E deve essere stato proprio questo uno dei sogni ricorrenti di Claudio Cavalieri.
Claudio, romano di nascita, ha girato in lungo e in largo per l’Italia giocando a basket, ma una volta arrivato a Messina, città dello Stretto, non è riuscito più ad andar via. Stregato dal calore e dell’affetto che la città gli ha donato, Claudio si è subito sentito come se fosse a casa e di quella sensazione non è più riuscito a dimenticarsi!
Ha fatto tesoro di quanto ricevuto e, una volta fondata la Fortitudo Messina insieme ai suoi soci, ha scelto di donare indietro agli altri quanto ricevuti, mettendo l’accoglienza e l’integrazione al centro del suo progetto sportivo.
Il messaggio arriva forte e chiaro: non importa se si è ricco o povero, africano o italiano, tutti possono giocare a pallacanestro ed essere felici.
Questo entusiasmo è contagioso e per questo abbiamo chiesto all’ultimo arrivato in casa Fortitudo, il giovanissimo Modou Lamin Conteh, di fare quattro chiacchiere e di raccontarci come la sua vita è cambiata da quanto gioca a basket in riva allo stretto.
Ciao Modou. Siamo molto contenti di fare questa piccola chiacchierata con te. Racconta: com’è nata la tua passione per la pallacanestro?
“Tutto è nato quando ero ancora in Africa, nel mio paese. Ogni tanto in TV io e i miei amici guardavamo le partite della NBA. Scherzando mi dicevano che sarei stato perfetto per questo sport. A me sarebbe piaciuto imparare a giocare ma l’unico campo che c’era in zona era troppo lontano da raggiungere a piedi”.
Come ti trovi alla Fortitudo Messina?
“Mi trovo molto bene. Quando ho iniziato ad allenarmi non sapevo nulla di come si gioca a basket, ma loro mi stanno insegnando tanto e gli sono davvero grato per questo”.
E con i tuoi compagni di squadra?
“Alla grande. Siamo tutti molto amici, anzi di più: siamo come una famiglia”.
Cosa ti aspetti dal futuro?
“Amo davvero questo sport. Vorrei arrivare a giocare ad alto livello. Questo è quello che spero per me in futuro”.
Come ti sei sentito durante la tua prima partita?
“Per me ha significato realizzare un sogno, non potrò mai ringraziare abbastanza la mia famiglia per la possibilità che mi ha dato”.
Quale famiglia?
“Fortitudo!”
Beh resta poco da dire, se non: in bocca al lupo Modou!