E’ giusto che un arbitro, sebbene non più ventenne, sia costretto a togliere il fischietto dal collo?
La domanda è frequente all’interno dei vari movimenti Cia d’Italia ed in Sicilia quest’anno, con la riduzione del numero dei campionati, l’interrogativo diventa anche di una certa importanza, considerata la presenza di una classe arbitrale dai 30 anni di media.
In queste ultime stagioni molti fischietti sono stati costretti a cedere il passo ai colleghi più giovani, già a partire dalle designazioni. La logica della Fip, sia nazionale che regionale, è quella di lasciare – appunto – spazio a forze fresche, nuove leve sempre più giovani e preferibilmente futuribili. Un arbitro italiano – se nazionale – viene declassato dalla massima serie a 38 anni, età fisica che molti esperti non considerano più deficitaria per svolgere un’attività sportiva. Sebbene con un ruolo diverso sul parquet, sono da esempio a questa tesi gli stessi cestisti, specialmente alcuni presenti nei campionati regionali siciliani, dove sono sempre più in voga le cosiddette “vecchie glorie”. Giocatori dal grande passato capaci ancora di fare la differenza in campo nonostante l’età. Se un’atleta vicino ai quarant’anni può ancora essere prezioso, perché lo stesso non può valere, allora, per una classe arbitrale che annualmente viene sottoposta a concreti test fisici che misurano le singole capacità di resistenza?
Se non bastasse il paragone con gli atleti, è possibile prendere in considerazione il caso dei fischietti attiviti nella Nba. Nel massimo campionato americano non c’è limite d’età per arbitrare ed in campo e in ogni partita è possibile vedere arbitri sopra i 38 anni, spesso anche ultra cinquantenni. E’ emblematico il caso di Joe Crawford, uno dei fischietti più famosi del campionato americano. L’arbitro di Filadelfia è nato nel 1951, è in attività dal 1977 e in 38 anni di militanza ha arbitrato 300 partite di Playoff e 49 Finals. Ancora oggi è considerato uno dei fischietti più rigorosi della lega. Ad inizio gennaio è stato lo stesso Crawford – tra l’altro inserito anche nella lista dei più pagati della Nba – ad annunciare la possibilità del suo ritiro al termine della stagione 2015/2016. Avrà 65 anni.
Nonostante le diverse opposizioni alla regola che impone il limite d’età – impossibile da esternare pubblicamente dagli stessi arbitri se non a rischio deferimento – anno dopo anno va avanti il pensionamento degli arbitri senior. Nel caso siciliano questo processo impone una riflessione: troppo spesso, infatti, l’esigenza di formare fischietti giovanissimi ha fatto si che fossero designati arbitri inesperti, giovani volenterosi ma impreparati all’impatto con un big match o una partita di bassa classifica tra formazioni difficili da gestire. Una soluzione – anche questa ipotizzata dagli addetti ai lavori – potrebbe essere quella di “riutilizzare” i cosiddetti senior, ma a patto che quest’ultimi siano in grado di essere veramente guida per i colleghi più giovani.