Difesa a zona nei campionati under: una regola che pochi approvano

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La formazione under 13 della Betaland Capo d'Orlando

Utilizzare la difesa a zona nei campionati giovanili, partendo dall’under 13, è un passaggio costruttivo per formare i cestisti del domani? L’argomento è tema di discussione. Moltissimi allenatori in Sicilia si trovano nella scomoda condizione di dover preparare attacchi e difese alla zona, spesso con giovani che dovrebbero essere invece allenati a “pane e fondamentali”. Anche la difesa a zona è un fondamentale della pallacanestro, ma se somministrata a gruppi di giocatori troppo giovani diventa – secondo gli addetti ai lavori – uno strumento controproducente. Abbiamo chiesto di esprimere la propria opinione e tre responsabili dei settori giovanili di altrettante società militanti tra A2 e A1 dei campionati maschili, queste le riposte che ci hanno dato.

Fabrizio Canella, responsabile del settore giovanile della Lighthouse Trapani, è ad esempio, “assolutamente contrario“. “Sono d’accordo con l’idea di togliere i divieti che c’erano una volta – spiega – perchè abbiamo eliminato il problema degli allenatori “furbi” che la utilizzavano lo stesso, ma è una questione di buon senso non utilizzare la zona con atleti giovanissimi“. In casa granata si considerano però delle eccezioni. “Alcuni nostri under 18 – spiega Cannella – si allenano con la prima squadra, quindi è necessario che conoscano la difesa a zona, ma ci sono altrettanti elementi della difesa, come l’uno contro uno difensivo, l’anticipo, la difesa sul lato debole, che diversamente hanno la precedenza“.

Nei grandi club la scelta di utilizzare la zona non si rifiuta a priori.

Ad Agrigento il responsabile del settore giovanile della Fortitudo MoncadaRiccardo Cantone, inviata a non vederne l’utilizzo con i “paraocchi del purista“. “Va insegnata quando ci sono i tempi tecnici e la maturità giusta per poterci giocare anche contro – spiega il coach catanese – perchè comunque attaccare la zona implica una metodologia diversa nell’uso degli spazi e quindi una conoscenza dell’uso degli spazi e anche determinate capacità di carattere tecnico-atletico che in un ragazzino under 13 è difficile trovare. Primo tra tutti il tiro da fuori. Personalmente a quell’età mi sembra prematuro – ammette Cantone – ma la zona va insegnata se c’è la maturità per apprenderla, del singolo e soprattutto del gruppo“.

A Capo d’Orlando, come a Trapani, torna una certa perplessità.

Per Jorge Silva, responsabile del settore giovanile della Betaland CdO, “durante l’allenamento dovrebbero avere la precedenza altri fondamentali“. “Non vedo crescita in questa scelta – spiega il coach spagnolo – perchè soprattutto nelle under 13 serve dinamismo e intraprendenza, sia in attacco che in difesa. Solo se hai un gruppo in grado di capire la difesa a zona è utile farla, ma nel più dei casi è una scelta che crea un percorso involutivo“.