C GOLD. PalaRitiro fatiscente, il Castanea Basket annuncia interventi nelle sedi competenti

Dopo l’ennesima sanzione dovuta alle condizioni dell’impianto, di proprietà del Comune di Messina, la società gialloviola ha deciso di inviare una lettera al dipartimento Sport e Cultura e all’assessorato al ramo di Palazzo Zanca. Filippo Frisenda: «La società è stanca di pagare danni teoricamente surrogati ad un impianto che non è nostro e che il dipartimento, da ottobre, ha completamente abbandonato»

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Palestra Ritiro Messina
Palestra Ritiro Messina

MESSINA. «Alla stanchezza arriva anche la frustrazione: adesso iniziano a farsi pesanti le problematiche del PalaRitiro, che dall’inizio della stagione ad ora ci hanno procurato oltre mille euro di multe a causa dell’impianto fatiscente e piena di infiltrazioni». Così il coach dell’Asd Castanea Basket, Filippo Frisenda, annuncia l’invio di una lettera al dirigente dipartimento Sport e Cultura e all’assessorato al ramo, oltre che un intervento in tutte le sedi legali per affinché ognuno si prenda le proprie responsabilità. Il coach era stato anche convocato durante una seduta della Commissione consiliare Sport del Consiglio comunale della città, revocata e poi rimandata al nuovo anno per parlare proprio delle problematiche dell’impianto.

«Qualche domenica ci confrontiamo con una coppia arbitrale che riesce a capire come non siano problemi da affibbiare a noi, e quindi applica il buon senso non relazionando alcun disagio – spiega Frisenda – Ma altre domeniche, invece, arrivano arbitri con un po’ meno buon senso, che applicano il regolamento alla lettera e ci fanno pagare dei danni che non dobbiamo risolvere noi. La società è stanca, ecco perché ha deciso di chiamare in causa il Comune di Messina, visto anche che da mesi segnaliamo le condizioni dell’impianto. Dopo le feste, inoltre, interverremo anche in tutte le sedi legali possibili, perché questa situazione possa finalmente finire e si possa chiarire se l’impianto vada chiuso o se vada manutenzionato. Chi amministra la cosa pubblica deve prendere delle decisioni, e siccome non è stato fatto nel momento in cui abbiamo chiesto spiegazioni sull’avviso, decidendo di scartare l’ipotesi di un avviso, l’amministrazione deve prendere posizione».

«L’anno scorso, quando eravamo custodi del palazzetto, non abbiamo preso una multa e l’impianto, anche se vecchio, veniva mantenuto in condizioni esemplari, sia per la pulizia che per la sanità – evidenzia il coach a nome della società gialloviola – Quest’anno, che non si capisce chi deve fare cosa, con una forma di “autogestione” in cui ancora non è chiaro chi sia il gestore, perché ogni società che utilizza la struttura ha proprie chiavi (noi Compresi), e per la nostra C Gold fioccano multe. Siamo solo noi a pagare la poca chiarezza. La situazione comincia a diventare pesante, anche perché le sanzioni ad oggi ammontano a più di mille euro, tra spostamenti, rinvii e multe che non dipendono da noi. Circa un mese fa il dipartimento aveva inviato un funzionario affinché redigesse una perizia. Il tecnico ha scritto che ci sono pericoli di crolli di calcinacci e sarà passato un mese da quando il Comune di Messina ha ricevuto questa relazione, ancora l’ufficio tecnico di Palazzo Zanca non ha deciso cosa fare e come intervenire».

«La società è stanca di pagare danni teoricamente surrogati ad un impianto che non è nostro e che il dipartimento, da ottobre, ha completamente abbandonato, lasciando alla deriva anche le società che usufruiscono della struttura – ribadisce Frisenda – Denunciamo crolli di cornicioni da quest’autunno, quando ancora era sotto sotto esame l’avviso che abbiamo presentato al dipartimento, che si sarebbe dovuto esprimere in maniera positiva o negativa, perché l’impianto ha bisogno di manutenzione. La differenza con quest’anno è che l’anno scorso noi abbiamo investito delle somme di denaro sulla manutenzione dell’impianto, interventi tampone, ovviamente, ma che hanno permesso alla struttura di rimanere aperta per un’intera stagione. Quest’anno nessuno interviene, nemmeno il Comune che ne è il proprietario (eccetto l’acquisto delle protezioni). In pratica, abbiamo un impianto “utilizzabile” per giocare ma completamente fatiscente», conclude Filippo Frisenda.

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