Rinviata SBC Palermo-Virtus Bologna, il patron Allegra: “Decisione coerente. Chiudere il campionato senza assegnare verdetto”

Il presidente della formazione siciliana offre alcune considerazioni sulla scelta intraprese di non giocare i match di domenica 8 marzo e aggiunge: "Personalmente, credo che l’unica decisione da prendere al momento sia concludere qui il campionato e riarticolare tutto nell’anno prossimo, non assegnando alcun verdetto quest’anno"

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Il presidente Sicily By Car Palermo Basket Adolfo Allegra

Doveva valere una buona fetta di lotta per la salvezza e invece, in linea con quanto disposto dalle Autorità amministrative e sportive, il match della 23° giornata di Serie A1 di pallacanestro femminile tra Sicily By Car Palermo e Segafredo Virtus Bologna è stato rinviato a data da destinarsi. Effetto dei recenti sviluppi legati alla situazione sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19.

Ecco l’intervista al presidente di SBC Palermo Basket, Adolfo Allegra, sul match rinviato e l’attuale situazione del campionato.

Come giudica la decisione di non far disputare la partita odierna contro Bologna al PalaMangano?

Una decisione senza dubbio corretta. Deve esserci una coerenza nei comportamenti da parte di tutti. Se il decreto odierno stabilisce di stare almeno a un metro di distanza per evitare la diffusione del virus, le giocatrici durante un match non potrebbero rispettare questa indicazione. Inoltre, presa la decisione di rinviare i match di oggi in Serie A maschile non credo si potesse fare diversamente anche in A1 Femminile. Infine, anche la componente psicologica ritengo sia risultata determinante, con le ragazze che si sarebbero ritrovate a giocare in campo in una situazione abbastanza surreale.

Ritiene che la tempistica di tale decisione potesse essere anticipata?

Questa decisione è arrivata anche in coerenza col decreto di stanotte. Si è aspettata una comunicazione del governo diversa dal decreto del 4 marzo, non solo per quanto concerne la Lombardia ma anche sul tono della stessa. Ci si poteva pensare prima, ma ragionare col senno di poi è facile.

Crede si stia affrontando nel giusto modo questa emergenza sanitaria a livello nazionale?

Bisognerebbe essere più radicali. Oggi il massimo campionato di calcio si sta giocando. Una partita a porte chiuse coinvolge comunque un centinaio di persone, e se la direttiva è quella di evitare gli assembramenti credo che questo vada nel verso opposto. Bisognerebbe capire che davanti ad una situazione tale non ci sono interessi economici o di altro tipo che tengano. Qui si parla di salute pubblica e di persone, come sono tutti gli sportivi. Non immagino neanche come si potrebbe giustificare un’eventuale contagio in campo. Quello che manca è una vera e forte autorità del Governo, anche di prendere decisioni estreme che magari scontentino qualcuno, ma prese per il bene di tutti. Non me lo auguro, ma credo bisognerà anche parlare di ‘limitare la libertà personale’, che in questo momento non è una parola anti-democratica, ma una misura drastica che potrebbe anche salvare quelle persone che non stanno bene e che, al momento, sono esposte più di altre a questa emergenza.

Cosa si aspetta da qui in avanti per questo campionato?

Quello che mi aspetto e quello che credo sia giusto fare sono due cose diverse. Personalmente, credo che l’unica decisione da prendere al momento sia concludere qui il campionato e riarticolare tutto nell’anno prossimo, non assegnando alcun verdetto quest’anno. Una decisione che metterebbe la salute pubblica al primo posto e che, tra l’altro, non gioverebbe per primi a noi vista la posizione in classifica e la possibilità concreta non solo di salvarci al nostro primo anno di A1, ma anche di evitare i playout. Quello che credo succederà è che ancora per qualche giorno di navigherà a vista fino a quando non si arriverà ad una decisione definitiva che, mia opinione personale, dovrebbe essere presa già domattina.

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