Trapani, i numeri di Rieti, occhio all’ex Agrigento Cannon

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Cannon - Agrigento
Cannon della Fortitudo Agrigento

Coach Alessandro Rossi ormai non sorprende più, conducendo la sua squadra nelle posizioni che contano della classifica ormai da un biennio. Diretta conseguenza di un basket improntato alla difesa esasperata. Meticolosa applicazione nella propria metà campo, difese dure e tattiche e, naturalmente, gioco per lo più controllato ma lampi di transizione quando le circostanze lo permettono. Il roster. La regia è nelle mani dell’esperto playmaker, ex Scafati e Brescia (tra le tante), Marco Passera (1982) che è l’uomo che garantisce equilibrio e fosforo sul parquet. Le sue cifre: 6 p.ti, 3.4 falli subiti, 3.7 rimbalzi e ben 3.7 assist nei quasi 26’ di utilizzo medio. Distributore di geometrie e di gioco, fatica però da due (40% in stagione) mentre da fuori è infallibile finora, con il 53% da tre (in carriera mai così in alto), anche se va detto che tira poco, prediligendo giocare per la squadra. Insolitamente male ai liberi, con un deficitario 53%. Più intraprendente delle passate stagioni. Poi troviamo la guardia, ex Tortona e Biella, Francesco Stefanelli (1995) che ha doti da attaccante puro e, non a caso, è stato MVP della Coppa Italia di due anni fa, vinta da protagonista. Poi un brutto infortunio lo ha tenuto a lungo fuori ma, nelle ultime gare, le sue statistiche (e percentuali) sono in crescita. Va a referto con 8.9 p.ti (43% da due), 2.1 assist e 2.2 rimbalzi a match. Tira prevalentemente dai 6.75 (con il 33% su oltre 5 conclusioni per volta) mentre non ama troppo giocare uno contro uno e, da lì, i pochi falli subiti e viaggi in lunetta. Il “tre” è lo statunitense Elijah Brown (1995), figlio di Mike (2 anelli NBA da head coach), che ha fatto bene alla sua “prima” in Europa, la passata stagione nel campionato lituano. Tira bene dalla distanza, forza l’1c1 in virtù del suo atletismo ma, al contempo, è un giocatore di squadra, che coinvolge i compagni (ben 3.5 assist per volta). Per il resto 16.2 p.ti, 4.6 falli subiti, 4.5 rimbalzi. Così così dal campo, con il 36% da due ed il 34% da tre (quasi 6 tentativi di media da fuori, specialità che usa tanto, quanto il tiro dalla media). Troppe le oltre 3 perse di media. Ad Agrigento ha chiuso con 32 p.ti ed uno stratosferico 8/12 dai 6.75. On fire! Sia “quattro” che “cinque” l’ex Agrigento Jalen Cannon (1993) che sta viaggiando a ritmo da MVP. I centimetri non sono tanti ma sopperisce con una disarmante forza fisica, garantendo al proprio staff tecnico una versatilità e duttilità che si rivelano davvero preziose nello scacchiere di Rieti. Mette a referto 19.7 p.ti (62% da due) e ben 8.8 rimbalzi per partita. La conoscenza del gioco lo porta ad essere anche un importante supporto per i compagni (quasi 2 assist di media), risultando al contempo pericoloso in post basso (4.2 falli subiti a match). Non solo muscoli in sostanza, ma anche buonissima tecnica individuale. Non esce mai dal campo, con oltre 35’ di media. Ogni tanto ci prova anche dai 6.75, con alterne fortune (22% in stagione). Che stagione finora! Il pivot è l’ex Biella, del 1995, Giovanni Vildera che si è meritatamente guadagnato (arrivando “in corsa” la stagione passata) il ruolo di lungo titolare con oltre 25’ di utilizzo medio sul parquet. Sa farsi trovare pronto quando viene chiamato in causa, rivelandosi pedina preziosa ed insostituibile per il proprio staff tecnico. Contribuisce con 8.8 p.ti (46% da due), 2.6 falli subiti e 6.5 rimbalzi ad allacciata di scarpe. Rivedibile il 50% dalla lunetta. Solido! Prezioso poi il ruolo dell’ex Latina Andrea Pastore (1994), che è una guardia particolarmente estrosa che ama forzare da tre e distribuire assist di notevole coefficiente di difficoltà. Nei quasi 20’ di campo incide non poco, nonostante stia tirando male dalla distanza (29% da tre), specialità che usa con continuità. Entra di rado in area colorata ed, in generale, scrive a referto 6.7 p.ti, 1.9 falli subiti, 1.9 rimbalzi e 1.6 assist di media. Sotto tono. Assente ad Agrigento. Spazio anche per l’ala-pivot del 1996, ex Bergamo, Dario Zucca che è cresciuto alla Reyer Venezia. È un lungo futuribile (con buone mani) che, nei minuti di campo (quasi 15’), porta in dote buoni numeri per la causa: 4.7 p.ti (un eccellente 62% da due) e 3.4 rimbalzi a match. Da tre tira poco, con brutti dividendi al momento (16% in stagione). Disastroso il 40% dalla lunetta. Dalle rotazioni arriva poi il playmaker Carlo Fumagalli (1996) che è un prodotto del vivaio dell’Olimpia Milano, con cui ha vinto negli anni due titoli nazionali giovanili. Alle spalle anche due stagioni in doppia cifra in B (Desio e Faenza). Energia, fisicità e grande pressione sulla palla il suo biglietto da visita. Per lui oltre 14’ di campo, con 2.7 p.ti, 1.9 rimbalzi, 1 assist e percentuali in caduta libera (32% da due, 21% da tre ed il 50% ai liberi). Tanti minuti (oltre 16’ a match) per l’ala del 2001 Niccolò Filoni, capitano della nazionale italiana Under 18 ed ex Bassano (C Gold) tra i grandi. Buon apporto, con 3.7 p.ti (53% da due) e 2.6 rimbalzi ad uscita. Poca fiducia dalla distanza. Spazio infine (poco più di 5’ di media) anche per l’ala del 1999 Aleksa Nikolic, nato a Belgrado e già visto a Treviso. Buone mani per lui, soprattutto da oltre l’arco dei 6.75. Finora non ha inciso.

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