Tim Springer saluta Ragusa, Gianstefano Passalacqua: “Abbiamo intenzione di ripetere gli allenamenti in futuro”

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Il professor Roberto Criscione, coach Tim Tim Springer e Gianstefano Passalacqua

Allenamenti individuali e collettivi, tanto per la prima squadra che per le ragazze del settore giovanile. Ma anche incontri con il mondo scolastico, come quello che si è tenuto al Liceo Scientifico Enrico Fermi di Ragusa. Si è concluso il periodo di permanenza nel capoluogo ibleo del tecnico americano Tim Springer, che è stato ospitato alla Passalacqua Ragusa per due settimane. Oggi il tecnico dello Spartan Basketball di San Antonio e allenatore individuale tra i più richiesti nel sud-ovest del Texas ha incontrato la stampa insieme a Gianstefano Passalacqua, che porta avanti in prima persona l’attività giovanile della Virtus Eirene e al professor Roberto Criscione del “Fermi” di Ragusa insieme ad alcuni studenti dell’istituto. “Considero la formazione come un momento essenziale per crescere – ha detto Passalacqua – e impiegare risorse in questo senso è qualcosa che ha certamente un ritorno. Ci siamo rivolti a Tim che è un tecnico esperto e che ha portato con sé l’approccio che si usa negli Stati Uniti dove nel basket sono sempre stati più avanti di noi. Si tratta di un momento non isolato ma che abbiamo intenzione di ripetere in futuro. Siamo molto soddisfatti di come sia andata”. Particolarmente entusiasta dell’ambiente e del riscontro trovato, il tecnico americano ha spiegato come gli allenamenti individuali siano un momento importante per potere migliorare la tecnica di ogni singolo giocatore. “Sono fondamentali – ha detto – così com’è importante anche l’aspetto mentale del lavoro, perché poi in partita c’è molto bisogno anche di quello. Qui c’è sicuramente un buon livello e ci sono anche aspetti che ritengo molto importanti rispetto agli Stati Uniti, come ad esempio il fatto che qui in Italia le giovanili abbiano la possibilità di allenarsi insieme alla prima squadra. Poi è chiaro che le opportunità in America sono diverse. La differenza con l’America sta soprattutto nel modo di lavorare e nel modo in cui si insegnano le cose”. Il professor Criscione ha voluto sottolineare la propria soddisfazione per l’esito dell’incontro tenutosi al “Fermi”: “Sono state due ore nelle quali i ragazzi sono stati letteralmente incollati alle sedie, facendo dei gruppi autonomi per la traduzione. A Tim sono state rivolte tantissime domande, segno che l’incontro ha riscosso un grande interesse da parte loro”.

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