La formazione di coach Franco Gramenzi ha vissuto un girone d’andata sempre ai vertici, diretta conseguenza di un basket effervescente, prova ne siano i 1.432 punti segnati (ben 89.5 di media). Un sistema insolito per l’esperto allenatore che, in carriera, è noto come fine stratega, specialista delle difese tattiche e del gioco controllato. Quest’anno ha invece puntato su tanti giocatori atipici, in particolar modo nel settore “tre-quattro” ed, in particolar modo quando il “centro” non è sul parquet, ne viene fuori un sostanziale “cinque fuori”, con i vari Baldassarre e soci ad attaccare fronte a canestro i più lenti avversari, od a colpirli dalla distanza, “aprendo” il campo per le incursioni dei compagni. Certo, la difesa è di contro un po’ allegra, come dimostrano i 1.431 punti subiti (89.4 a match), che relegano Latina come peggior “retroguardia”. Quindi, contemporaneamente, miglior attacco e peggior difesa ad Ovest! Le rotazioni di Latina sono state allungate “in corsa” con Cucci, altra chiave dei successi pontini. Le ultime uscite però hanno visto il referto giallo, prima l’inaspettata sconfitta casalinga contro Casale Monferrato (subendone oltre 100), poi quella “on the road” contro la Virtus Roma, pur giocandosela alla grande. Il roster di Latina. Il playmaker è l’ex granata Riccardo Tavernelli (1991) che, dopo la sfortunata parentesi in Sicilia, è tornato sui suoi livelli in un ambiente che conosce bene. Molto abile in 1c1 (non a caso si procura tanti falli che tramuta efficacemente in lunetta, sfiorando il 90%) e nel rifornire di assist i compagni (oltre 5 di media). Prezioso poi il suo contributo a rimbalzo (dato il ruolo), mentre il tiro dal campo lo premia a giorni alterni, soprattutto da tre, dove alle volte fatica anche se in questa stagione è chirurgico anche dai 6.75 (45% da tre). Viaggia con 7.6 p.ti (59% da 2), 3.7 falli subiti, 3.3 rimbalzi. Poi troviamo il talentuoso play-guardia, nazionale britannico, Andrew Lawrence (1990), ex Scafati, con buona esperienza sia nelle Coppe del vecchio continente che negli ultimi campionati Europei. È il vero “termometro” della squadra. Grande confidenza col canestro, in particolar modo dalla distanza. Ama giocare a campo aperto, e sa bene quando mettersi in proprio e quando invece mettere in ritmo i compagni. I suoi numeri finora: 14.4 p.ti, 2.8 falli subiti, 3.7 rimbalzi e 2.8 assist di media. Le percentuali, 48% dalla media, 44% dai 6.75. Poi c’è l’ala argentina Agustin Fabi (1991), ex Reggio Calabria, che è un atleta tatticamente versatile e non facile da leggere per le difese avversarie, poiché giostra indifferentemente tra il ruolo di “3” e quello di “4”, colpendo con le sue doti di tiratore e passatore sopraffino. Le sue indubbie capacità difensive ed il consueto apporto a tutto campo si sono tradotti, finora, nella migliore stagione in carriera e nella candidatura certa ad MVP del girone. Il tiro da tre è la sua specialità, e lo usa più del tiro dalla media. Cifre da urlo per lui, 20.2 p.ti, 4.1 falli subiti, 3.5 rimbalzi e ben 3.8 assist per gara. Il 55% da due è buono ma è dalla distanza che fa male, con il 44% da tre (su quasi 7 tentativi a match). L’ex Trapani Patrick Baldassarre (1986), arrivato nel pacchetto “Viola”, è il “quattro” che non ha certo bisogno di presentazioni. Grinta e determinazione da vendere nei paraggi del canestro, anche se ogni tanto eccede quando si “traveste” da guardia. Fa la voce grossa sotto le plance, dove tira giù tanti rimbalzi, toccando spesso e volentieri la doppia cifra. Qualche tiro di troppo da fuori (37% in stagione), e qualche amnesia anche dalla lunetta (68%), nulla tolgono alle sue qualità, molte delle quali non sempre vanno a referto!…che comunque recita 12.4 p.ti (54% da due), 4 falli subiti, 6 rimbalzi e 2.8 assist ad allacciata di scarpe. L’altro U.S.A. è Michael Carlson (1991), ala-forte con diverse esperienze in Leb Gold (Logrono, San Sebastian e Oviedo). Nei paesi baschi è riuscito anche ad ottenere la promozione in ACB giocando da protagonista. La passata stagione ha iniziato a riprendersi da un brutto infortunio e la fiducia, in questa stagione, l’ha acquisita mano mano ed, ora, è ai massimi livelli. Sopperisce con l’agilità e la tecnica, aprendosi per colpire ripetutamente da oltre l’arco dei 6.75, contro avversari più pesanti. Buona stagione finora per lui, con 16.6 p.ti, 3.3 falli subiti, 5.7 rimbalzi. Dal campo si esalta, con il 60% da 2 ed il 39% da tre, dato ancor più rilevante considerando le quasi 7 conclusioni ad uscita. Dalla panchina invece si alza la guardia-ala Giorgio Di Bonaventura (1997), formatosi alla PMS Moncalieri e reduce, la scorsa stagione, da una buona salvezza con Roseto ad Est. Oltre 11’ di utilizzo medio, sbagliando e forzando poco, e dimostrando una “pulizia” di gioco di non poco conto, con un tiro dalla distanza affidabile (38% dall’arco). Per il resto, 3.2 p.ti ed un rivedibile 54% ai liberi. L’ala-pivot Giovanni Allodi (1994) è poi un tassello davvero prezioso nelle rotazioni neroazzurre, poiché l’unico “cinque” a disposizione di coach Gramenzi. Tanto spazio infatti per lui (quasi 23’ ad allacciata di scarpe) con una buona resa. Particolarmente preciso da sotto (66% da 2) ed, ogni tanto, ci prova anche dai 6.75, specialità che usa poco ed, al momento, con scarsi risultati (25% da tre). In aggiunta 8.9 p.ti, 4.3 rimbalzi ed una buona intimidazione, con oltre 1 stoppata di media. Uomo d’area! Altro atleta che “tocca” il campo ed allunga le rotazioni è il play-guardia del 1997 Alessandro Cassese che, nei quasi 18’ di campo, fornisce il suo contributo d’ordine alla causa, pur balbettando dalla distanza (29% da tre). Più efficace invece dalla media, con il 62%. Contribuisce inoltre con 4.7 p.ti e 1.3 assist a match. Nella gara d’andata non c’era l’atletica ala del 1995 Valerio Cucci, prodotto della Stella Azzurra Roma ed ex Tortona, che è arrivato “in corsa” e sta fornendo un solidissimo contributo nei paraggi del canestro. Energia ed eccellenti doti fisiche il suo biglietto da visita. È un “quattro” ma non si tira indietro a giocare da centro, facendo a botte con avversari più prestanti e, punendoli, dall’altro lato, con il suo maggiore dinamismo. Prezioso, con 8 p.ti (55% da 2), 3.1 falli subiti, 3.6 rimbalzi. L’8% da tre è da incubo! Poco spazio, finora, invece per gli esterni Matija Jovovic (1997) e Matteo Cavallo (2000), nonché per i lunghi Matteo Ambrosin (2000) e Hajrovic Tarik, sempre del 2000.